“La natura non accetterebbe qualsiasi cosa, si può fare qualsiasi cosa alla natura, ma una costruzione artigianale avrebbe poche possibilità di sopravvivere” è quanto ha detto il Prof. Luc Montagnier, virologo e premio nobel per la medicina 2008, in una recentissima intervista. Si tratterebbe di un lavoro di biologi molecolari, un lavoro minuzioso. E, guardando la sequenza si potrebbe dire: un lavoro da orologiaio. Tra le tante ipotesi, quella più accreditata sembrerebbe quella legata alla possibilità di realizzare un vaccino contro l’AIDS: sarebbero state prese delle sequenze di HIV e sono state installate nelle sequenze più grandi del coronavirus. Il materiale genetico venuto fuori è stato una catena di RNA che a un certo punto presentava una catena di HIV. Non si sarebbe trattato quindi di un incrocio naturale tra uomo e animale, come si è voluto far credere finora, ma di un intervento della mano dell’uomo. Piccolissime sequenze di HIV sufficienti per essere riconosciute dal sistema immunitario. La natura ama le cose armoniose e chi è estraneo, per esempio un virus che viene da un altro virus non sarebbe ben tollerato. In alcuni paesi, ad esempio, le sequenze del virus sono state isolate, poi demolite. In tal modo non procedono più, dunque si potrebbe pensare che il potere patogeno del virus stia scomparendo. “Troveremo sempre più virus mutanti inattivi e questo può essere legato alla perdita del potere patogeno”, ribadisce il Prof. Montagnier. Molti stati adoperano questo sistema per produrre i loro vaccini. Gli stessi Stati Uniti hanno finanziato le ricerche nei laboratori di Wuhan. Una prassi purtroppo che non tiene conto dei possibili rischi e delle conseguenti questioni etiche. Secondo lo stesso premio nobel, una buona notizie invece viene dalle possibilità di trattamento. Le onde elettromagnetiche di cui siamo circondati potrebbero essere utilizzate per distruggere queste sequenze di DNA ed RNA selettivamente. Le 5000 antenne 5G presenti nella città di Wuhan infatti, avrebbero contribuito alla riduzione del potere patogeno dello stesso virus. “C’è dunque una speranza che questa epidemia potrebbe sparire perché il virus si distruggerà da solo” ha infine concluso il premio nobel. Teoria che comunque nelle ultime ore è stata messa in discussione da una parte della comunità scientifica.