“Purtroppo i bambini fino ad un anno di eta’ si ammalano” spiega Crisanti, mentre “quelli sopra i 14 anni sono comunque piu’ resistenti degli adulti ma piu’ vulnerabili rispetto ai piu’ giovani, quindi dovrebbero perlomento indossare dispositivi di protezione passiva e quindi le mascherine”.
Per quanto riguarda le classi, invece, al netto della necessita’ di evitare sovraffollamenti e di garantire spazi adeguati, “ritengo che barriere per la compartimentazione fisica degli spazi siano controproducenti, perche’ ostacolano il ricambio dell’aria”, chiarisce Crisanti. Assolutamente no ai box in plexiglas, quindi, o ad altre forme di compartimentazione.
Piu’ importante, anzi fondamentale, sara’ prevedere il ricambio costante dell’aria, per evitare che gli ambienti si saturino di virus nel caso sia presente, aumentando la possibilita’ di contagio. Ovvio poi che, anche garantendo la disponibilita’ di spazi adeguati, sara’ difficile contenere i bambini e fare in modo che rispettino le distanze interpersonali.
Ma bisogna tenere conto del fatto che “i bambini raramente si ammalano e una classe di bambini di sette, otto anni e’ un ambiente piu’ sicuro rispetto a persone che si incontrano per uno spritz o magari si vedono a casa”, continua Crisanti. Cio’ detto, “un certo livello di rischio bisogna accettarlo ma ritengo che tra 1 e 14 anni il rischio sia accettabile“.
Il servizio mensa, infine, dovrebbe “perlomeno in una prima fase prevedere pacchi monouso con vuoto a perdere“, conclude il virologo, che invita tutti a fare il vaccino antinfluenzale. “Dobbiamo evitare l’allarme sociale che credo sara’ il vero problema, piu’ del virus”. (Fabrizio Tommasini – www.dire.it)