Questo libro “è un tributo alla famiglia Vannini che continuo a vedere di 3 persone. Marco riesce ad essere presente”. “Il 3 luglio, alle 17- ha anticipato Marina Conte – a Cerveteri, al Granarone, sarà presentato pubblicamente” e il “ricavato delle vendite- un aspetto a cui tiene molto la famiglia Vannini- sarà devoluto interamente ad attività sociali alla memoria di Marco nei comuni di Cerveteri e Ladispoli che l’hanno visto crescere”.
Il libro ripercorre il caso giudiziario, ma non solo. E’ un libro su Marco, il ragazzo che era anche prima dell’incontro con Martina Ciontoli, sui progetti, i sogni, il suo carattere, “un generoso” così viene descritto dagli amici e vicini, per quanti in questi anni di battaglia giudiziaria di mamma Marina e di papà Valerio l’hanno visto sulle t shirt, nei racconti dei familiari o nelle deposizioni in Tribunale. Il lavoro di Mauro Valentini è stato di analisi di tutte le carte giudiziarie: “abbiamo lavorato prima che si esprimesse la Cassazione che sembra averci dato ragione. Ho riletto le carte- ha spiegato- con quella calma che fino a 5 anni fa non c’era, le intercettazioni, le indagini mancate, le testimonianze dei vicini non prese in considerazione per arrivare a un quadro che rassomiglia alla verità. I 2 percorsi coincidono, quello logico degli eventi e quello giudiziario. Forse la prima giuria e la seconda non avevano letto correttamente le carte e infatti la Cassazione ha detto che il processo era sbagliato. Ma al centro di tutta questa storia c’è Marco- ha ribadito lo scrittore- raccontarlo per tenerlo presente”. Quanto alla storia d’amore che gli ha cambiato la vita: “C’è un capitolo sull’amore con Martina Ciontoli. Un incontro che cambia la vita di Marco da adolescente spensierato a ragazzo troppo responsabilizzato. Dico questo perché gli amici che ho intervistato dicono che sembravano sposati da 20 anni e questo può avere un peso nello sviluppo della storia”. Sul movente dell’omicidio: “E’ abbastanza chiaro- ha detto Valentini- che qualcosa è accaduto e che nessuno ce lo dirà mai, ma si sarebbe potuto rimediare con una telefonata: bastava chiamare il 118, o mamma Marina che non si da pace di non esser stata chiamata mentre suo figlio la chiamava e invocava aiuto”. Un’omissione che non è solo grave “sul piano morale, ma pratico. Tre perizie- ha ricordato Valentini- dicono che si sarebbe potuto salvare, bastava chiamare il 118 e avvisare del colpo di pistola”. Entrare in casa Vannini, ripercorrere la battaglia giudiziaria, raccontare i sogni di Marco “non è stato difficile- ha detto il giornalista- Lo abbiamo fatto con serenità, insieme a Marina e Valerio con i quali ho sentito subito comunione di intenti e un feeling che non si è perso mai, li ho presi sotto braccio dal primo all’ultimo giorno. Ho consegnato la prima bozza per il controllo a Marina l’8 aprile e avevo iniziato ad ottobre. Ho voluto fare un regalo a Marco, per il suo 25mo compleanno“.
(Silvia Mari – www.dire.it)