“Di Nunzia apprezzo il fatto che si lascia sempre trasportare dalla passione. Si è confrontata sempre con uomini che l’hanno fatta soffrire, per il loro modo di essere inconcludenti. Comunque sia, Nunzia ha saputo riorganizzare la sua vita, mossa dal bene che provava per i figli. Ha saputo metterli al primo posto, rinunciando all’amore. E’ molto diversa da me, trovo stimolante interpretarla”.
La carriera di Nadia nel mondo della recitazione è cominciata all’Università.
“Ero al primo anno dell’Università quando, con un gruppo di ricerca diretto dal regista Mario Santella, ho avuto la possibilità di debuttare con uno spettacolo su Vladimir Majakovskij a Officina 99. In seguito, ho lavorato con altre realtà teatrali come Libera Scena di Renato Carpentieri, Rossotiziano e Teatri Uniti. Ci sono stati poi i grandi maestri di teatro: da Giuseppe Patroni Griffi a Emuntas Nekrosius, passando per Leo De Berardinis, Alfonso Santagata, Giampiero Solari e Augusto Omolù dell’Odin Theatre. Il passaggio al cinema si è potuto verificare con Sergio Citti, sceneggiatore e collaboratore di Pasolini. Ma ho nel cuore pure le collaborazioni con Ettore Scola, Mario Martone, Matteo Garrone, Giuseppe Piccioni e Antonietta De Lillo. Giusto per citarne alcuni”.
La Carlomagno, inoltre, è professoressa di pedagogia sperimentale.
“Ho sempre trovato naturale conciliare il mondo accademico con quello artistico. Sono cresciuta e mi sono formata in entrambi i mondi. L’attività di attrice ha fatto sì che potessi indagare con più sicurezza il campo di ricerca della pedagogia sperimentale. Il linguaggio delle arti sceniche, sia esso espressivo, emotivo, musicale, mimico- gestuale, o corpo-cinestesico è fondamentale per valorizzare l’inclusione nella prassi educativa”.
In futuro, Nadia Carlomagno sogna di lavorare su un prodotto che aiuti il pubblico a riflettere.
“Mi piacerebbe lavorare su un personaggio che dia voce a chi, finora, non l’ha avuta. Dedicarmi a quelle persone che apparentemente non hanno diritti e che vivono nella più completa solitudine sociale”.