“Oggi, non riconoscerci quanto fatto dall’Italia e metterci ancora nella condizione di dire ‘siamo in emergenza’, non ci fa fare una gran bella figura col resto del mondo – sostiene l’infettivologo- i Paesi che avevano dichiarato lo stato d’emergenza lo hanno terminato: l’ultimo sarà la Francia il 24 luglio. Continuare a dire ‘siamo in emergenza’ semplicemente perché, dal punto di vista normativo, burocratico questo facilita alcuni passaggi, non vorrei fosse interpretato all’estero come un fatto negativo, vista l’importanza per un Paese come il nostro della reputazione in termini di turismo e non solo”.
Per il presidente della Società italiana di terapia antinfettiva, “chi ha operato sul campo è concorde sul fatto che non siamo più in emergenza. Se dire che siamo in emergenza, vuol dire sostenere che siamo in emergenza ospedaliera, dico che non ci siamo. L’emergenza ha riguardato prioritariamente gli ospedali e oggi non esiste più. In Liguria, a Genova, i centri covid che avevamo istituito sono stati svuotati. L’emergenza vera, per cui eravamo preoccupati, ovvero avere un letto per tutti, un ventilatore per tutti, sembra essere passata”. (Simone d’Ambrosio – www.dire.it)