Sono stati analizzati i dati del sistema di sorveglianza nazionale basato sui casi di diagnosi confermate di COVID-19 dal 20 febbraio all’8 maggio 2020. Le caratteristiche demografiche e cliniche, insieme ai fattori di rischio per la gravità della malattia, sono state valutate nei neonati, bambini e adolescenti e poi confrontate con la popolazione adulta e anziana. I casi pediatrici rappresentano l’1,8% delle diagnosi totali (3.836/216.305), l’età mediana è di 11 anni, il 51,4% sono maschi, il 13,3% sono stati ricoverati in ospedale e il 5,4% presentava patologie pregresse. La malattia da COVID-19 è stata lieve nel 32,4% dei casi e grave nel 4,3%, in particolare nei bambini di età ≤6 anni (10,8%); tra i 511 pazienti ospedalizzati, il 3,5% è stato ricoverato in terapia intensiva e si sono verificati quattro decessi (due <1 anno e due tra 5 e 6 anni). Tutti e quattro i bambini sono deceduti per un deterioramento di condizioni di base già molto compromesse, per cui l’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 potrebbe aver aggravato la situazione, ma non sembra possa essere considerata la causa principale della morte. Un minor rischio di gravità della malattia è associato all’aumentare dell’età, mentre un rischio maggiore (più del doppio) risulta associato a patologie preesistenti. Il tasso di ospedalizzazione, il ricovero in terapia intensiva, la gravità della malattia e i giorni dall’esordio dei sintomi alla guarigione aumentano significativamente con l’età tra i bambini, gli adulti e gli anziani.
I dati suggeriscono che i casi pediatrici di COVID-19 siano meno gravi rispetto alle altre classi di età, tuttavia l’età ≤1 anno e la presenza di condizioni patologiche preesistenti rappresentano fattori di rischio di gravità della malattia, pertanto le misure di controllo andrebbero mantenute ed eventualmente implementate per proteggere i bambini più vulnerabili. Anche se ad oggi l’epidemia di COVID-19 ha colpito in maniera piuttosto limitata i neonati, i bambini e gli adolescenti, non sì è ancora potuto valutare un reale impatto della malattia a causa del distanziamento sociale e della chiusura delle scuole. Inoltre la popolazione pediatrica nella trasmissione del virus potrebbe giocare un ruolo attivo.