Le timeline dei nostri social, la prime pagine dei quotidiani on line si accaniscono sul nuovo scoop estivo che può dar modo di attaccare la Forza Armata o di Polizia di turno. A farne immotivatamente le spese, questa volta, è la Marina Militare. Il video diffuso, anzi spammato su whatsapp, è quello del giuramento di giovani volontari in ferma annuale. A termine della cerimonia ufficiale, le note del tormentone estivo Jerusalema invadono la piazza d’armi. Una donna, Tenente di vascello comandante dello schieramento, inizia timidamente il balletto che impazza su TikTok, nei locali e nelle challenge dei social. I ragazzi un po’ confusamente la seguono e, al termine del siparietto, scoppia l’applauso liberatorio dei presenti. I bacchettoni benpensanti gridano alla scandalo, gli strali di giove vengono lanciati senza pietà contro la giovane Ufficiale. Vergogna, pubblico ludibrio, lesione dell’immagine e chi più ne ha, più ne metta, nel solco del più ottuso oscurantismo medievale. Quali valori sarebbero stati violati? Quello dell’umanità? Parliamo tanto di avvicinare i giovani alla vita militare e poi ci scandalizziamo di cosa? In quale regolamento è disciplinato, ad esempio, il lancio dei berretti al cielo? Eppure è tollerato come gesto liberatorio, comprensibile, goliardico, per nulla lesivo. Lo spirito di corpo lo si esercita anche con un innocuo balletto, fatto a termine – ripetiamo, al termine – del giuramento. È unattoumano, umanizzante e sicuramente effettuato per stemperare il duro addestramento dei giovani, le restrizioni dovute dal Covid19 a cui loro stessi sono stati sottoposti. Sani momenti che restituiscono il volto umano delle Forze Armate, immerse nel tessuto sociale, che non vivono su un altro pianeta e che sanno distinguere i momenti seri, sacri, canonici e ufficiali, lasciandosi andare anche a quelli innocui, sani e goliardici. Al Tenente di vascello va tutta la nostra solidarietà, a lei che è donna, mamma, militare e soprattutto umana. Ha restituito il volto più vero delle Forze Armate, il volto più umano di giovani che scelgono di servire la nostra amata Patria giurandole fedeltà. Va condannata per questo? Punita per cosa? Quale sarebbe l’atto dissacrante? Comunicare con un gesto che si può essere militari ma anche giovani sani e spensierati al contempo? Leggete il testo tradotto della canzone: un inno di pace e di amore, “Jerusalemme è la mia casa, salvami”. Bisognerebbe ogni tanto mettere a tacere i detrattori, i giornali che sguazzano nelle ottuse e miopi vedute di cortile. La stampa andava congedata con un semplice comunicato che avrebbe dovuto restituire i giusti contorni ad un gesto che nulla ha di dissacrante o di irriverente alle gloriose tradizioni Militari della Marina. Siamo umani, proviamo anche a restare umani, qualche volta.
di Margot Alessandra D’Andrea & ArtVG
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