Opere trasportistiche per circa 11 miliardi che ora sono sotto la lente d’ingrandimento del Governo. Il sindaco di Roma ieri è uscito allo scoperto, parlandone pubblicamente in diretta nel corso della trasmissione ‘In Onda’ su La7. “Voglio dare una notizia- aveva detto- sui 209 miliardi del recovery fund, noi come Roma Capitale abbiamo presentato progetti per 25 miliardi, prendendo tutti quelli su cui abbiamo lavorato in quattro anni. Ora vediamo quanti ce ne daranno, ma intanto io li ho chiesti”. La questione è esattamente questa: sarà ora il Governo a scegliere dal mazzo le opere che saranno degne di finanziamento, tenendo conto che analoghe richieste sono arrivate, o sono sul punto di arrivare, anche da altre città come Milano, Torino e Napoli. Una scelta che potrebbe arrivare con la consapevolezza che le risorse che verranno stanziate per Roma saranno utilizzate dal prossimo sindaco di Roma, chiunque esso sia, indipendentemente dal colore politico.
Tornando ai progetti. Di fatto il Comune di Roma ha presentato tutte le opere contenute nello scenario tendenziale del Pums, che da sole ‘cubano’ circa 11 miliardi sul totale di 25 che il Campidoglio ha chiesto all’Esecutivo. Quello che con ogni probabilità dovrebbe essere finanziato è il prolungamento della metro C fino a Grottarossa. Non solo quindi la stazione Venezia, il cui progetto definitivo è già stato presentato al Mit e che inizialmente doveva essere inserito nel prossimo bando annuale del ministero dei Trasporti, ma anche la tratta fino a Clodio, con le fermate centrali di Chiesa Nuova, San Pietro e Ottaviano, e poi quella fino a Grottarossa che prevede stazioni vicino allo stadio Olimpico e la Farnesina, ed altre fermate in zona piazza Giochi Istmici e lungo la Cassia.
Il Campidoglio poi ha presentato i progetti per i prolungamenti della linea B e B1. Il primo, fino a Casal Monastero, attualmente è in una condizione amministrativa sospesa perché la vecchia procedura di project financing era fallita. Il prolungamento della linea B1 fino a Porta di Roma potrebbe invece essere a portata di mano. Così come quello della linea A fino a Battistini e poi fino a Monte Mario con la sua nuova variante verso nord. E questo indipendentemente dall’iter per la nota funivia urbana che dalla fermata Battistini sarebbe solo molto parzialmente sullo stesso percorso. Ci sono poi il tram della Musica, che da Prati porterà i passeggeri fino all’Auditorium, e quello su via Marconi, con colegamento con la linea esistente in viale Trastevere. Ed infine il tram più affascinante di tutti: la Tva (Termini-Vaticano-Aurelio) che passerà a via Nazionale, piazza Venezia, corso Vittorio e poi su via Gregorio VII, i cui progetti sono in stato avanzatissimo.
Il Comune, infine, ha presentato anche una scheda per il progetto della deviazione della Roma-Lido fino all’aeroporto di Fiumicino, anche se oggi la linea è ancora di prorpietà della Regione Lazio. Il sogno, inutile dirlo, è la metro D. Ma l’intera linea costa molto: 2,2 miliardi per la tratta fondamentale dal deposito Salario a lungotevere Dante, la prima parte dell’intera linea che nel Pums si è arricchita anche di una deviazione D1 fino a Corviale. Il Governo dovrà capire se potrà stanziare questa somma, insieme ai circa 3 miliardi necessari a completare la linea C fino alla Cassia (di cui 1,7 fino a Clodio). La partita è appena iniziata.