Lo ricordiamo non da trionfatore ma da uomo come noi. Il suo esempio è la strada, dove le cose sono vere, la vita implacabile e non ci sono raccomandazioni: è il solo modo con il quale ricostruire ciò che tanti hanno distrutto. Quel comandante isolato, abbandonato, umiliato e denigrato, è per noi modello chiaro della nostra fede nella bandiera, nel mutuo soccorso e della fratellanza in questo mondo così confuso ed opaco“.
Tanti i giovani che collaborano attivamente in questa struttura creata da Ultimo e dai suoi più fidati collaboratori per ridare dignità alle persone, ai Carabinieri e ai cittadini. Ed eccolo salire sul palco installato nel grande prato della tenuta, scortato dai suoi Carabinieri, operativi e in congedo, dai volontari della Croce Rossa, dai rappresentanti delle famiglie somale e dagli zingari che qui, in Ultimo e nei volontari, hanno trovato un punto di riferimento alle loro vite, senza distinzioni o differenze ma solo nella dignità, nella fratellanza che può nascere dal donarsi senza pregiudizio. Presenti Antonio Mariella, Carabiniere artista ideatore di Carabinierando che ha donato ad Ultimo una sua opera dedicata al Generale Dalla Chiesa; Margherita Caruso, la vedova del Brigadiere Giuseppe Coletta, caduto a Nassiriya, “che ha trasformato il suo dolore nel donarsi, nel servire gli altri” ; Nunzia Terracciano, imprenditrice vessata dalla camorra; Valeria Grasso, la donna palermitana che si era ribellata al racket del clan Madonia e che per questo vive sotto scorta, e il Sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, che ha contribuito fattivamente al ripristino di alcuni locali della tenuta destinati ai poveri. “Pratichiamo la fratellanza in Gesù e a non scappare davanti al diverso o al pericolo, come ci ha insegnato il nostro Generale, che ci ripeteva sempre di voler bene ai nostri Comandanti di Stazione”. L’ardore di Ultimo e il suo donarsi agli altri lo ritroviamo nell’appello ai giovani : “Dovete imparare sfidare il mondo senza chiedere, senza secondi fini, sognando una fratellanza che si pratica realmente, per togliere questo paese dalle fazioni e ridarlo alle comunità e alle famiglie“. La preghiera comune come ” atto di coraggio che aiuta a non piegarsi di fronte a ciò che crea disperazione“, seguita poi dal Silenzio suonato da Ludovico, un ragazzo della casa famiglia, “che ha combattuto per la sua dignità”, hanno chiuso la toccante commemorazione di quest’anno.
“Non c’è premio, onorificenza più bella, che vedere oggi i vostri occhi” ha concluso Ultimo salutando le centinaia di persone intervenute.
Alessandra D’Andrea
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