Salve, signor Garavelli. Quali sono le novità della prossima edizione di The Coach?
“Salve. Innanzitutto, continueremo ad andare in onda su 7Gold, per 140 puntate trasmesse dal lunedì al venerdì. Partiremo dal 12 ottobre 2020 alle ore 19.00. La struttura del programma è rimasta intatta rispetto alle edizioni precedenti, anche se ovviamente abbiamo introdotto delle novità. Essendo un reality, ogni anno tendiamo a fare delle cose diverse. Questi ‘cambiamenti’ si incominceranno però a vedere intorno a gennaio e febbraio”.
Quanto sono durate le riprese?
“I casting sono durati da settembre a giugno; luglio, agosto e la prima settimana di settembre abbiamo effettuato le riprese. Abbiamo girato in studio, nella totalità, per circa 30 giorni. Calcoli che ciascuna puntata dura circa 21 minuti”.
Bene. Entriamo meglio nel meccanismo del talent.
“Partiremo dalla fase Accademy, dove praticamente ci saranno i concorrenti che hanno passato i casting sia fatti all’interno delle scuole, sia sul web durante il lockdown. Insieme a loro ci saranno anche i coach di canto, musica, recitazione; tutte persone che fanno questo nella vita. In questa prima fase, i coach hanno fatto un’ulteriore selezione: li abbiamo messi a dare consigli e a giudicare i talenti che sono arrivati nel programma da tutta l’Italia. Abbiamo così verificato quelle che sono le loro personalità, il loro modo di approcciarsi davanti alle telecamere. Tutti elementi che ci hanno permesso di scegliere i coach che, in seguito, sono entrati a far parte del cast ufficiale del programma nelle fasi successivi”.
I concorrenti invece?
“Anche loro hanno fatto le selezioni davanti alle telecamere, anche se non c’è stata alcun tipo di eliminazione perché la fase Accademy è incentrata principalmente sulla costruzione dei talenti. Diciamo che è una modalità per dare dei consigli formativi rispetto alle performance che vengono proposte. Tra le altre cose, ci sono stati dei corsi di formazioni propedeutici a quello che dev’essere un programma televisivo e basati, soprattutto, su come comportarsi. C’è stato anche un corso molto bello incentrato sulle emozioni che ha permesso ai coach e ai concorrenti di esternare tutte le loro paure per riuscire ad arrivare pronti sul palcoscenico”.
La seconda fase di The Coach, invece, in che cosa consiste?
“Subito dopo la fase Accademy, abbiamo scelto i 15 coach che sono entrati a far parte del cast ufficiale del programma. Ogni coach aveva il compito di crearsi un team di concorrenti per poi arrivare alla vittoria finale. Durante questo periodo hanno avuto circa un mese di tempo per incontrare i ragazzi, sentirsi su WhatsApp e sui vari social, per conoscerli in maniera approfondita. Dopodiché hanno fatto le loro e scelte e, una volta terminati i 5 team da 3 coach, sono iniziate le sfide, dove ci sono stati i giudici che hanno deciso quali fossero le sorti dei concorrenti”.
Li ha citati; chi sono i giudici?
“I giudici delle fasi finali sono stati Maura Paparo, Massimiliano Varrese, la cantante Meriam Jane Ndubuisi, Davide Franconeri, vincitore in quanto coach dell’edizione precedente, e Bianca Atzei. L’edizione precedente, dal punto di vista dei concorrenti, è invece stata vinta dai Black Group, un gruppo di ragazzini che hanno fatto danza contemporanea. Man mano che andrà in onda il programma, verranno aggiunte le cose che sono successe. Ovviamente non possiamo ancora svelare i vincitori, né tanto meno gli ospiti. Posso però dire che alla conduzione è confermata Agata Reale”.
Quella che sta per andare in onda è la terza edizione di The Coach. Com’è nata l’idea iniziale?
“The Coach è un programma che è stato ideato da me e Marco Zarotti, prodotto da JTL Production e Antares Film. E’ nato da un’idea che ho avuto perché in una precedente edizione che ho fatto, ossia Tra Sogno e Realtà trasmessa su La5, ho fatto i casting itineranti in varie scuole di canto, danza e musica. C’era una cosa che ho riscontrato a livello comune, ovvero il desiderio degli insegnanti di uscire un po’ più allo scoperto rispetto a quello che loro fanno nella scuola. Fanno un grande un lavoro, ma non hanno mai avuto visibilità da questo punto di vista. Sono partito da questa base per dare supporto e visibilità ai coach e far capire alla gente quanto lavoro c’è dietro ad un insegnato. E da lì abbiamo sviluppato tutto il percorso del talent”.
Si aspettava, quando ha iniziato, il successo del format?
“Ovviamente ci speravo. Sentivo il bisogno che c’era di regalare un programma che fosse per la gente più comune. La maggior parte dei talent che utilizzano i coach sono personaggi già famosi nel mondo dello spettacolo; fanno parte dello show. In questo modo, noi abbiamo messo a disposizione il nostro lavoro per dare visibilità a queste persone. Avevamo tanti contatti e lavoriamo tante ore al giorno per far sì che tutto funzioni e si realizzi in un certo modo. Ci ho creduto dall’inizio che sarebbe stata una trasmissione che avrebbe preso piede. Ci auguriamo di fare almeno altre quindici edizioni”.
The Coach è stato studiato a posta per andare in onda su 7Gold?
“Il primo anno abbiamo fatto la produzione; abbiamo prodotto, in sintesi, prima The Coach e abbiamo cercato di posizionarlo su una rete televisiva. Purtroppo, abbiamo avuto un problema con una rete che ha cambiato completamente il palinsesto cancellando delle trasmissioni, compresa la nostra, per un discorso di impostazione del nuovo direttore. 7Gold ci ha permesso così di andare in onda per la prima edizione ed abbiamo stretto questo accordo che prosegue ancora nel tempo”.
Il programma mi sembra anche molto attivo sui social.
“Sì, quest’anno incrementeremo ancora di più il discorso social. Andremo a fare delle anteprime su quelle che saranno le messe in onda per creare curiosità in più nei telespettatori; inoltre, stiamo studiando la possibilità di aprire un canale streaming dedicato solo a The Coach, dove sarà possibile vedere la trasmissione dopo che è stata trasmessa su 7Gold”.