“La scuola non si chiude” e “La scuola non è il virus“, di legge su due grossi striscioni esposti all’esterno di palazzo Santa Lucia. “La chiusura della scuola in Campania – si legge in un documento diffuso dagli organizzatori della protesta – rappresenta un grave attacco al diritto allo studio di bambini e ragazzi oltre che una drastica limitazione della loro socialità. A settembre, siamo tornati a scuola con oltre dieci giorni di ritardo rispetto a altre regioni perché dovevamo essere attrezzati a affrontare la gestione di eventuali focolai e i dati hanno dimostrato che, nonostante l’incremento generale esponenziale dei contagi, il sistema scolastico campano ha tenuto: il contagio non é quasi mai avvenuto a scuola e, anche in caso di studente positivo, i protocolli sono stati applicati con rigore. Ma questo per il presidente De Luca non è stato sufficiente: una decisione improvvisa e insensata”.
“Ora – continuano – ci riconsegna alla Dad che, sperimentata durante il lockdown, ha dimostrato tutti i suoi limiti, soprattutto per le categorie più fragili e esposte alla marginalità economica e sociale. Quindi, perché chiudere la scuola? Si tratta di prove tecniche di lockdown sulla pelle dei nostri figli? La scuola non è il virus”.