Roma – Lui è Don Antonio Coluccia, prete pugliese scomodo, da sempre in prima linea nella lotta alla mafia, che si scaglia senza paura contro politici compiacenti ed imprenditori in odor di mafia, tanto da vivere sotto scorta dopo le minacce a suon di pallottole ricevute. Ma tutto ciò non lo ha fermato, anzi, a Roma il ” prete infame“, come viene appellato in certi quartieri, prosegue
il suo impegno nel recupero dei giovani dalla tossicodipendenza, in una villa sequestrata alla banda della Magliana.
Lei, invece, è Federica Angeli, la “spia di Ostia“, giornalista romana pure lei sotto scorta da quando, con le sue inchieste sulla mafia capitolina, ha contribuito a portare a galla i legami tra pubblica amministrazione e criminalità organizzata di Ostia. La sua testimonianza nel processo contro Armando Spada ha portato all’arresto di 32 persone legate all’omonimo clan di Ostia. Si ritrovano a San Basilio, quartiere popolare della periferia romana, di quelli che di notte è meglio tirar dritto, piazza di spaccio tra le maggiori d’Italia, con vedette appostate e collegamenti con la ‘ndrangheta.
Entrambi erano qui, stanotte, a caccia di puscher, ad “occupare ” un marciapiede per contrastare lo spaccio che, soprattutto al calar del sole e nel fine settimana, anima le vie di questo quartiere con un via vai di “macchinoni” per le consegne a domicilio. La reazione delle vedette non si è fatta attendere, con insulti e minacce all’indirizzo dei due fino all’arrivo della Polizia. Solidarietà per l’accaduto a Don Antonio e a Federica Angeli, condannando ogni forma di insulto e minaccia proclamato da individui che senza onore, distruggono la vita dei più giovani con l’illusione artefatta delle droghe, con la brama di potere e denaro, condannandoli a vite miserabili e al consenso mafioso.
Alessandra D’Andrea
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Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo.
(Paolo Borsellino)