Roma-La Calabria è ormai in ginocchio per via dell’emergenza sanitaria. Sono ore terribili quelle che si stanno vivendo, lo scenario che si presenta è desolante e alquanto sconcertante. La Calabria, terra bellissima, ricca di cultura, arte e paesaggi meravigliosi, è diventata la terra dell’oblio, figlia di un Dio minore. Qui, lo Stato è assente e il popolo ne paga il prezzo. Il sistema sanitario ormai sotto i riflettori d’Italia, per via delle particolari vicende che hanno visto protagonisti prima il generale Saverio Cotticelli, (ex commissario ad acta), e poi, Giuseppe Zuccatelli, i cui video hanno fatto il giro del web, imbarazzando la platea e inorridendo gli animi. Suscitando rabbia e indignazione tra la gente di Calabria. Eh già, due personaggi comici, che avrebbero trovato la giusta collocazione in ambiente teatrale, e, dunque, non certamente in sanità. Il popolo calabrese dice no a Zuccatelli. La Calabria, insomma continua, ancora una volta, ad essere offesa dal Governo e abbandonata a sé stessa. La Sanità depredata e saccheggiata da lungo corso, sta pagando un prezzo troppo alto e amaro, frutto di una politica scellerata, che ha sempre dato spazio al “favoritismo e agli amici degli amici”, mettendo da parte i meritevoli e i capaci. Sistema questo, ormai consolidato un po’ in tutti i settori, ma non solo in Calabria. Intanto, la Calabria è stata collocata tra le “zone rosse”, ma non per i casi di Covid-19, ma solo per malasanità. Gli ospedali mancano e mancano medici, infermieri e le terapie intensive sono ormai sature. E’ un vero disastro. La Calabria paga il prezzo di un commissariamento iniziato nel 2010, in cui nulla è stato fatto, dunque in perfetta continuità con chi precedentemente ha amministrato. Insomma, una gestione fallimentare che dura da circa trent’anni.
Lo scenario cui si assiste giornalmente è raccapricciante, le immagini del nosocomio dell’“Annunziata” di Cosenza sono molto eloquenti. Una lunga fila di ambulanze, che proviene da tutta la provincia, presidia fuori dal pronto soccorso; a bordo pazienti Covid-19, restano in attesa di una collocazione. Un paziente è deceduto, in queste ore, proprio mentre attendeva sul lettino dell’ambulanza, senza poter esser mai ricoverato. Qui i posti letti non ci sono, dal pronto soccorso giungono immagini di malati che stanno ammassati l’uno sull’altro, scene che cancellano ogni cosa che sa di umano, vanno oltre il disumano. Strazianti le immagini di una donna anziana che grida aiuto, urla invano, con la disperazione più grande che esista. Ma nessuno la sente. Lo Stato dov’è? Qui il diritto alla salute costituzionalmente garantito è cancellato, non esiste. La gente muore per via di una cattiva politica. In un solo giorno il numero dei casi Covid-19, in Calabria, è salito a 426 in più. Intanto, mentre il governo pensa se Zuccattelli deve essere affiancato o meno da Gino Strada, la gente muore e gli ospedali sono al collasso, i medici e gli infermieri lavorano in condizioni pessime. La sanità fa acqua da tutte le parti e le Unità operative territoriali non riescono a garantire alcun servizio perché il personale manca. La sanità calabrese ha fortemente bisogno di persone qualificate, oneste intellettualmente, ma soprattutto competenti che abbiano a cuore il bene comune e sia rispettato il diritto alla salute. Il diritto che, oltre ad essere garantito, deve essere inteso come diritto sociale del cittadino, con radici nel principio di solidarietà, che dovrebbe essere alla base di chi gestisce la sanità. Adele Sammarro