Che molti presi come fagioli dalla busta della tombola avessero raggiunto quote importanti non è colpa di loro stessi ma di chi ce li ha messi: il popolo vittima di se stesso.
Quindi le restrizioni ad oltranza. Coprifuochi, negozi chiusi, gente sul lastrico. Tanto egli viene rieletto lo stesso.
A pandemia passata, semmai finirà, lo vedremo porgere la mano per farsela baciare. E non siamo di fronte ad un problema che riguarda un movimento che da rivoluzionario è diventato casta e nel cui entourage annovera anche belle menti pensanti, ma ad un delirio personale di onnipotenza.
Già avevamo capito che la spada di Damocle sarebbe stata pendente a lungo sul collo degli italiani per mantenere lo status quo, ed ora piu’ che mai la staticità della politica viaggia sull’onda della provvidenziale pandemia covid 19.
Rompe gli indugi, e tra il silenzio del Colle assordante, irrompe lui a farci il regalo di Natale: il paventato divieto di spostamento tra comuni potrebbe essere rimosso e dunque ci “permette” di scendere dalla signora Maria del piano di sotto.
A livello comunicazione ZERO, a politica estera forse andrà anche bene in termini di rappresentanza. L’unica consolazione di questo andazzo è la figura di Pierpaolo Sileri, vice ministro della salute vero signore della politica, realista umano e che merita tutto il rispetto degli italiani ed è sempre indicazione pentastellata.
Qui non è una questione politica, ma di atteggiamenti personali sbagliati nei confronti di un popolo, atteggiamenti che gridano vendetta al cospetto della dignità umana e personale.
Si fa fatica ad avere fiducia della politica, e se non fosse per Renzi che rompe un pò la staticità cara ad una certa governance, la storia andrebbe avanti a lungo. Lo farà per strategia, ma in Italia almeno si torna a parlare di politica e non solo di morti, preoccupazioni, allarmi, curve epidemiologiche, terapie intensive, intubamenti, caschi respiratori, terapie, quarantene, reclusioni domiciliari, colpevoli di esistere, di respirare.
L’uscita infelice, presupporrebbe le scuse verso il popolo. Nei confronti di chi lo ha votato e messo li e nei confronti degli altri. Perchè quando si rappresenta una istituzione democratica si rappresenta tutti non solo una parte e del popolo si deve avere rispetto.
Abbiamo iniziato con Totò e concludiamo con lui: ma ci faccia il piacere!