Si inserisce nell’ambito “di un’articolata attività di cooperazione tra istituzioni, strumento essenziale per contrastare gli interessi della criminalità organizzata di tipo mafioso che tenta di insinuarsi nell’economia legale e in settori nevralgici del tessuto produttivo” spiega il comunicato della prefettura guidata dal prefetto Alessandra Guidi.
Il prefetto ha espresso soddisfazione per i risultati raggiunti e si è complimentata con la Dda fiorentina e con la Guardia di Finanza, la cui capacità investigativa e il cui impegno, ha detto, «hanno garantito il raggiungimento di importanti risultati in chiave di prevenzione e intervento a tutela della legalità».
Frutto di indagini complesse partite nel 2016 dalla provincia di Siena, l’operazione ha portato all’esecuzione, prevalentemente in Campania, di 34 misure cautelari nei confronti di persone accusate di essere vicine al clan e il sequestro preventivo di beni per 8,3 milioni di euro.
Le indagini hanno portato alla luce «una holding che si dedicava al subappalto di manodopera, frode fiscale e riciclaggio con investimenti considerevoli nel territorio, anche nelle opere pubbliche», ha spiegato il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo.
Un sistema considerato innovativo nell’ambiente malavitoso, così come lo descrive la GdF, basato su false fatturazioni che servivano a coprire bonifici in uscita dalle aziende di costruzione, i cui conti correnti venivano poi svuotati da prelevatori spesso risultanti sulla soglia di povertà, pagati con percentuali minime sugli importi prelevati.