Ora si aprono spiragli. Cosa accadrà con il nuovo governo Draghi? Le ipotesi sono diverse. Si parla di riaperture ovviamente contigentate e con divieti di utilizzare docce, ed obbligo di rispetto di particolari distanze ed allenamenti con le mascherine.
Gli scienziati spiegano che non esistono attività svolte in spazi condivisi con altre persone che siano a rischio zero per la trasmissione del nuovo coronavirus. Ma, naturalmente, occorre trovare un equilibrio tra la necessità di mantenere in vigore le misure anti-contagio e l’urgenza sempre più pressante di interrompere le chiusure a oltranza. Soprattutto quando si parla di settori – come nel caso dello sport – in cui non si tratta solo di riavviare dei comparti dell’economia, ma soprattutto di un’attività che come detto prima ha molto a che fare con il benessere psicofisico delle persone.
Come ben noto, in una condizione di lockdown totale (o di zona rossa) le palestre e le piscine è previsto restino chiuse, e le uniche attività sportive permesse sono quelle individuali e svolte all’aperto. Ora che le regioni italiane stanno virando prima dal rosso all’arancione e poi dall’arancione al giallo, però, il tema della riapertura degli impianti è pronto a diventare centrale nel dibattito pubblico e nelle decisioni della politica.
In ordine cronologico, l’ultima novità per il nostro paese è la stesura di un documento con una serie di regole che potrebbero essere quelle alla base della ripartenza, stilato dal ministero dello Sport e poi sottoscritto – con alcune piccole modifiche – dal Comitato tecnico scientifico. Si tratta ovviamente di un documento preliminare, perché l’effettiva riapertura e i dettagli fini delle regole potranno diventare ufficiali solo con un intervento del governo tramite Dpcm, che potrà avvenire dopo l’insediamento del nuovo esecutivo. Tuttavia, la discussione è già aperta.
Lo abbiamo imparato tutti molto bene nel corso dell’ultimo anno: mantenere la distanza interpersonale e indossare le mascherine sono due utilissime precauzioni contro la trasmissione del virus. Nel caso delle attività sportive, però, ci sono alcuni elementi da tenere in considerazione. Anzitutto, soprattutto per le attività di tipo aerobico (per non parlare di quelle in acqua) l’utilizzo della mascherina è sconsigliato o impossibile, perché rappresenterebbe un ostacolo alla respirazione e vanificherebbe l’effetto benefico dello sport. E poi, allo stesso tempo, va tenuto conto che mentre si è sotto sforzo si tende a respirare con più impeto e dunque anche le droplet generate sono di più e possono essere proiettate più lontano. Forse non tanto quanto con uno starnuto non parato, ma certamene più di quanto possa accadere in un ristorante o in un bar.
Quindi occorrerà procedere a riaperture con l’adozione di specifici protocolli che garantiscano gli stessi fruitori delle palestre, ma non si può continuare a tenere chiuso questo settore.