Un momento di divertimento, di socialità e che raccoglie tradizione popolare e voglia di stare insieme, questo era il Carnevale. E solo ponendo l’attenzione nei ricordi questa festa ludica e laica ma che ha anche significati religiosi (Carnevale deriva per l’appunto da Carnem levare, ossia non mangiare la carne e quindi digiuno), si comprende quanto si sta perdendo.
Un settore produttivo, in cui il giro d’affari per noleggio, acquisto vestiti, manifestazioni varie che è ridotto al collasso. Qualche sfilata a distanza nelle città metropolitane, come a Napoli dove dei bimbi sono usciti in giro mascherati da disinfettante, da virus e da operatori di soccorso in tuta.
Un cartello significativo: “sono stato una creazione umana, scusate vado via”, abbinato alla maschera del virus. E questo pone gli interrogativi amari sull’origine di questa pandemia che con il passare del tempo sta assumendo toni sempre piu’ complicati. Il tessuto sociale, economico e produttivo, ma anche il livello morale della popolazione italiana è compromesso. E non ci dicano di consolarci che tutto il mondo sta così.
La festa dei bambini non c’è, non c’è spazio per luoghi comuni. L’emergenza ha spento la vita che speriamo si riaccenda presto nei sorrisi di bambini mascherati.