Dramma sociale per gli adolescenti in tempi di Covid

Editoriale di Stefano DANZI 

“Il soggetto adolescente presenta di suo alcune fragilità. Tutti passano attraverso questo periodo di transizione, che porta nell’età adulta. L’uomo è fatto di emozioni provate su esperienze vissute, le quali sono alla base per lo sviluppo sociale. Impara a conoscere se stesso tramite le relazioni che instaura con l’altro, costruendo la sua vita sulla prosocialità: cioè tutti quei comportamenti che gli permettono di essere qualificato come soggetto integrato in una società. Oggi essere prosociali  significa stare distanti, ridurre all’essenziale ogni tipo di interazione con il prossimo ed indossare la mascherina. Prima questa parola aveva un significato ben diverso per tutti noi e soprattutto per gli adolescenti.

La distanza sociale sta danneggiando notevolmente i nostri giovani e noi, con i nostri giudizi, li allontaniamo ancor di più. Dobbiamo capire che a questi ragazzi è stato tolto tutto in un mondo dove non manca nulla. Gli episodi di violenza tra giovanissimi scatenano un senso di rabbia, trovandoci pronti a riversare tutta la colpa su di loro. Ci fermiamo solo a quello che vediamo, invece di andare più a fondo. Queste situazioni sottolineano un evidente disagio. C’è un presupposto sul quale si basa questo pensiero: l’adolescente è passato da uno stato di libertà, ad una condizione di isolamento.

La didattica a distanza ha sostituito la scuola, vista la necessità rimane un ottimo strumento per accrescere le conoscenze nei più giovani, ma il suo ruolo nelle relazioni sociali è pari a zero. Le attività extrascolastiche sono state sostituite da un vuoto incolmabile. I pomeriggi passati in tranquillità con gli amici sono un lontano ricordo. Questi fattori contribuiscono notevolmente ad aumentare lo stress giovanile causando vari episodi: violenza, depressione e comportamenti antisociali. È proprio qui che si dovrebbe agire in modo deciso, anche se non sempre è facile farlo.

Nel piccolo si deve lavorare per andare a riempire quel vuoto, abbiamo il dovere morale e civico di aiutare chi è in difficoltà. Crediamo di più nei nostri ragazzi, perché sono semplicemente lo specchio di quello che eravamo noi. Restituiamogli un mondo in grado di guidarli verso un futuro che di diritto è il loro. Abbiamo bisogno che credano nel domani perché sono il domani. Nel fare ciò non dimentichiamo che oggi più che mai gli adolescenti hanno bisogno di supporto e sono convinto che un giorno diventeranno adulti migliori di noi.”

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