Roma-Tutti in classe dal 26 aprile. Previsto il ritorno per ogni ordine e grado di scuola, tranne per gli studenti che sono in zona rossa. Riprenderanno le lezioni in presenza anche gli studenti delle zone gialle e arancioni delle scuole superiori cui era stato stabilito un rientro tra il 50 e il 75%, dunque tutti in aula, nessuno escluso. “A poche settimane dal termine dell’anno scolastico, quando la pandemia registra picchi piuttosto elevati, commenta Adele Sammarro, segretario nazionale Confasi scuola, il governo pensa ad un rientro di massa, senza riflettere su quelli che potrebbero essere gli effetti di un rientro al 100%. La scuola in quanto comunità e luogo di aggregazione, diviene luogo di assembramento incondizionato, dove non è possibile applicare il distanziamento, poiché gli spazi sono limitati, i docenti continuano a lavorare in aule sottodimensionate e sovraffollate, eppure a distanza di un anno, per la scuola nulla è stato fatto” .
“Si chiede alla scuola il rientro in presenza al 100%, mentre l’accesso ai teatri è consentito nella misura del 50%, eppure parliamo di uno spazio ampio, sebbene le aule pur più piccole, debbono accogliere tutti gli studenti, -replica la Sammarro– sembra una contraddizione, qualcosa non torna. Per non parlare del nodo dei trasporti, altro problema non ancora risolto. Non dimentichiamo che la maggior parte degli studenti è pendolare, e per raggiungere la scuola è costretta a viaggiare su bus affollati. Questo significherebbe esporre ad ulteriore rischio gli studenti”. “A mio avviso,- continua il segretario nazionale Confasi scuola- l’apertura delle scuole è una mossa troppo azzardata, che potrebbe produrre effetti devastanti. Non sarà facile in pochi giorni organizzare l’apertura con un rientro al 100% e turni da gestire. Questo si tradurrà in un ulteriore carico di stress, di lavoro e responsabilità per dirigenti e personale scolastico, altro aspetto sottovalutato”. “Insomma, tuona la Sammarro- ad un anno dalla pandemia il governo non è stato in grado di mettere le scuole in sicurezza, non sono stati realizzati impianti di areazione per le aule, né dimezzato il numero degli alunni per classe, né c’è stata alcuna risoluzione al problema dei trasporti. In altre parole, si ritorna a scuola, ancora una volta, ma senza un piano di sicurezza. Ad oggi, denuncia il segretario nazionale Confasi- manca il progetto organico per la sicurezza delle scuole, specialmente non c’è traccia di tamponi e attività di screening, anche a campione, per la popolazione studentesca”.
Secondo la Sammarro, si rientra senza che ci sia stato un confronto con gli esperti, anche lo stesso CTS, sembra non abbia avuto alcuna richiesta formale in merito alla riapertura. Anche il professore Galli, direttore del reparto di Infettivologia dell’ospedale Sacco di Milano, non si dice favorevole alla riapertura. “Il piano vaccinale per il personale della scuola- replica la Sammarro– è ancora in alto mare, così come il piano di screening per gli studenti. Basta con i proclami e le riaperture avventate, senza tracciamento e garanzie non ci può essere apertura”. “Il rischio è serio, conclude il segretario nazionale- non può essere sottovalutato. Meglio proseguire con la Dad, e lavorare a soluzioni che siano in grado di garantire un piano di sicurezza serio e concreto”. Sia data libera scelta alle famiglie tra Dad e didattica in presenza.