Ci dispiace per i tifosi interisti, ma lo tsunami che in questi giorni sta travolgendo l’ambiente nerazzurro è lontano dall’aver esaurito la sua forza. L’addio di Conte è solo l’inizio di quel ridimensionamento più volte prospettato in casa Inter, e a cui quasi nessuno voleva credere. Un ridimensionamento che non riguarderà solo il monte ingaggi, che va tagliato del 15-20%, ma anche la rosa dei Campioni d’Italia di quest’anno. Qualche giocatore di spessore lascerà sicuramente Milano.
Sacrifici in nome della “Ragion economica”
Dopo l’addio di Conte, che pesa come un macigno su qualsiasi prospettiva nerazzurra di vittoria futura, è giunto il momento per l’Inter di liberarsi di giocatori dall’ingaggio elevato, vedi Vidal e Sánchez, e di giocatori richiesti dal mercato come Hakimi, così da programmare la prossima stagione. Senza queste cessioni pesanti, che permetterebbero all’azienda Inter di rifiatare grazie a un bilancio finalmente in attivo, sarà impossibile farlo, così come sarà impossibile provare a piazzare qualche colpo, rigorosamente low cost, durante la sessione estiva di calciomercato. In molti credevano che il finanziamento di Oaktree Capital Management avrebbe permesso alla società del presidente Steven Zhang non solo di restare a galla ma anche di rinforzarsi, e invece così non sarà. Il fondo americano, che rileverà il 31% circa delle quote nerazzurre detenute da Lion Rock, garantirà sì un bel gruzzoletto di 275 milioni di euro, che verranno prima versati alla lussemburghese Great Horizon che poi li girerà all’Inter in base al business-plan della prossima stagione, indispensabili però alla sola sopravvivenza. Il prossimo step sarà quindi vendere giocatori di valore. Precisato questo, poi si può essere più o meno d’accordo sul sacrificare sull’altare della corretta gestione aziendale Hakimi, uno dei pochissimi calciatori in grado di fare la differenza in campo eppure privo di un bel soprannome come ad esempio quello affibbiato a Lionel Messi, che oggi è richiesto con insistenza dal PSG. Per meno di 60 milioni di euro il marocchino in ogni caso non si muoverà da Milano. Come accennato in precedenza, qualche calciatore dovrà pur accasarsi altrove, e non possono farlo certo i vari Barella, Lautaro e Lukaku, che rappresentano la spina dorsale dell’Inter di Simone Inzaghi, per lasciare il posto ad altri più funzionali alle idee del nuovo allenatore. Ma in che senso più funzionali? Più funzionali ossia capaci di offrire un importante contributo al “nuovo” 3-5-2 della Beneamata. E chi potrebbero essere questi calciatori?
Un calciomercato fatto di soli ritorni? Se così sarà addio seconda stella!
Considerando il ridimensionamento in casa Inter, difficilmente Zhang potrà ingaggiare giocatori come Milenković, forte centrocampista della Fiorentina, Ginter, difensore di sostanza di proprietà del Borussia M’Gladbach, oppure De Paul, ala pura capace di giocare sia a destra che a sinistra. È più facile ipotizzare colpi alla Di Marco, ossia giovani calciatori già di proprietà dell’Inter che dopo essersi fatti le ossa altrove sono ora pronti a tornare al campo base. A oggi non si può pretendere di più, diversamente Conte non avrebbe lasciato la panchina nerazzurra. La palla passa ora al giovane presidente, che avendo rotto con l’allenatore leccese ha fatto capire che la ragion economica viene prima di tutto. Un vero peccato per quest’Inter, tornata con i piedi per terra dopo un mese di festeggiamenti scudetto, che farà fatica a tenere testa il prossimo anno alla nuova Juventus senza Ronaldo ma con Allegri, e forse anche alla nuova Roma dello Special One, ribattezzato “Specialone”. I nerazzurri cedendo Hakimi e forse un altro big (Lautaro?) molto probabilmente se la giocheranno con il Milan e con la Lazio per la conquista della zona Champions, ma nulla più. Difficile pensare alla seconda stella, almeno il prossimo anno. Ma i nerazzurri dovranno giocarsela anche con il Napoli per l’Europa che conta? Tutto dipenderà da Spalletti; sarà infatti interessante capire se e come l’allenatore toscano metterà mano a una macchina calcistica quasi impeccabile, come quella degli Azzurri, abituata a viaggiare a mille all’ora tranne che in occasione della sfida contro il Verona all’ultima giornata.