Madame, al secolo Francesca Calearo, vince nella categoria “Miglior opera prima” grazie al suo disco di debutto omonimo. Progetto di 17 tracce pubblicato da Sugar che l’ha confermata nell’Olimpo dei nomi più interessanti degli ultimi anni. La 19enne vince anche per “Migliore canzone singola” grazie alla sua “Voce”, brano in gara a Sanremo. In questo caso condivide la targa con i coautori Enrico Botta e Dario ‘Dardust’ Faini. Tra i premiati anche Samuele Bersani. Il suo “Cinema Samuele” è il “Miglior album in assoluto” dell’anno. Planetario di Peppe Voltarelli è l’album più apprezzato per la categoria “Interpreti di canzoni”. La targa “Miglior album in dialetto” va ai Fratelli Mancuso per “Manzamà”. Per la Targa Tenco “Album collettivo a progetto” vince Ad esempio a noi piace Rino.
Riconoscimenti importanti per una targa che porta il nome di uno degli interpreti più apprezzati della storia italiana: Luigi Tenco, scomparso il 27 gennaio 1967 a Sanremo durante il festival. Quell’anno partecipava, in coppia con Dalida, nel brano “Ciao amore, ciao”.
Fu l’ultima occasione di vederlo sul palco. Da allora sono solo state congetture e misteri. Il suo addio, archiviato in fretta come suicidio, è da sempre avvolto nel mistero. Dopo la performance all’Ariston, Tenco torna nella sua camera di hotel e chiama la sua presunta fidanzata di allora, Valeria. Le racconta irritato di voler denunciare in una conferenza stampa un giro di scommesse clandestine messo in piedi durante la kermesse. Qualche ora dopo viene ritrovato senza vita per un colpo d’arma da fuoco. Accanto al suo corpo un biglietto scritto a mano – secondo le valutazioni – proprio da Tenco:
“Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente 5 anni della mia vita. Faccio questo no perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda ‘Io, tu e le rose’ in finale e ad una commissione che seleziona ‘La rivoluzione’. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao Luigi”.
Di Luigi, classe 1938, si è detto tutto, cercando di indagare se veramente quel colpo di pistola sia stato sparato in autonomia o se qualcuno volesse eliminare l’artista, in procinto di rendere pubblici argomenti scomodi. Di lui, però, restano soprattutto le canzoni. E non si possono non conoscere pezzi come “Mi sono innamorato di te”, “Ho capito che ti amo”, “Vedrai, vedrai”, “Se stasera sono qui” o “Lontano, lontano”.
Tenco ha dedicato tutta la sua breve vita alla musica. Ha iniziato nel 1953 fondando i Jelly Roll Boys Jazz band, ha poi suonato come sassofonista nei Modern Jazz Group con Fabrizio De André e si è nutrito della cultura musicale di Genova, dove si è trasferito nel 1948 con la madre e il fratello. Era nato a Cassine (in provincia di Alessandria) il 21 marzo.
La sua carriera ha ispirato tantissimi musicisti che sono arrivati dopo di lui. Così il Club Tenco, fondato a Sanremo nel 1972 per sostenere la musica d’autore, nel 1984 decide di premiare gli artisti che “raccogliendo il messaggio di Luigi si propongono di valorizzarla, ricercando anche nella musica leggera dignità artistica e poetico realismo”.
Ed è quello che ha fatto Madame con il suo disco d’esordio: ha di certo composto un progetto che usa con eleganza le parole e risulta accattivante dalla prima all’ultima traccia.