Locatelli (Cts): “Sì al green pass in locali al chiuso, il virus circola”

ROMA – Si’ al Green pass nei locali al chiuso, anche al ristorante, e massimo impegno per aumentare le coperture del personale scolastico. Quanto alle discoteche, potrebbe non essere ancora il momento giusto per riaprirle. Le decisioni spettano alla politica. E’ quanto dice il professor Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente dell’Istituto superiore di sanità, in un’intervista a ‘la Repubblica’, in cui spiega che in questi giorni osserviamo gli effetti sui contagi dei festeggiamenti per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio.

“I dati – sottolinea – indicano una ripresa netta della circolazione virale nel Paese. Anche nelle ultime 24 ore abbiamo avuto un incremento, di circa 300 casi. Come ha documentato la Cabina di regia, l’età mediana dei contagiati è 28 anni, dato che dimostra come i contagi siano legati in buona parte alla popolazione giovane in ragione della maggior socializzazione del periodo estivo, un po’ come è successo l’anno scorso”.

L’aumento dei contagi, sottolinea Locatelli, è legato ai festeggiamenti per Euro 2020: “Si cominciano a osservare da oggi (ieri, ndr.) e probabilmente ne vedremo di più da domani (oggi, ndr.). Del resto, è ben noto che l’incubazione del virus dura tra i 5 e i 7 giorni. Gli assembramenti e gli affollamenti hanno favorito la circolazione virale. Basta pensare anche ai focolai legati ai quarti e semifinali a Roma”.

Quanto Green Pass Franco Locatelli osserva: “Credo che vadano fatte scelte per contrastare la ripresa della circolazione virale. Dare accesso a determinate attività a chi è stato vaccinato, o comunque ha il certificato verde, è una strategia inevitabile. Penso a concerti, grandi eventi, stadi, cinema, teatri, piscine palestre. In questi casi è fuori discussione la necessità del documento”.

E i ristoranti? “Premesso che la scelta spetta al decisore politico – risponde – a titolo personale, dico che va considerato seriamente anche il Green Pass per mangiare al chiuso nei ristoranti. Peraltro, chi esita a tornare nei ristoranti credo che lo farebbe con più tranquillità sapendo che vi hanno accesso persone con il certificato”.

In merito all’obbligo della vaccinazione a scuola, aggiunge: “Come Cts abbiamo chiesto di incentivare al massimo la vaccinazione del personale scolastico. Ma non possiamo decidere noi di renderla obbligatoria, deve farlo la politica, viste le implicazioni anche sociali di una scelta come questa. L’importante è eliminare le disparità nelle percentuali di vaccinazione, alcune regioni sono avanti nelle coperture, altre hanno percentuali più basse e devono recuperare in fretta questo gap. La priorità è far ripartire la scuola”.

Infine, sulle discoteche, il coordinatore del Cts spiega: “Noi come tecnici abbiamo completato il nostro lavoro, dando il perimetro delle riaperture: solo in zona bianca, solo all’aperto, solo con il Green Pass e solo al cinquanta per cento della capienza autorizzata. Sui tempi non ci siamo espressi perché non vi erano elementi scientifici per suggerire una data piuttosto che un’altra. Si tratta di una scelta politica e in questo momento non c’è una data definita. È chiaro che se siamo obiettivi dobbiamo ricordare che il parere l’abbiamo rilasciato il 25 giugno, quando la situazione epidemiologica era decisamente più favorevole”.

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