In uno scenario così complesso e complicato anche per professionisti sanitari come gli infermieri, straordinariamente impegnati da subito nell’assistere i cittadini più fragili e colpiti dalla malattia COVID-19, il Codice Deontologico guida gli infermieri nella comunicazione anche a mezzo social media, adottando comportamenti ispirati al decoro, alla correttezza, al rispetto, alla trasparenza e alla veridicità; alla tutela della riservatezza delle persone e degli assistiti ponendo particolare attenzione nel pubblicare dati e immagini che possano ledere i singoli, le istituzioni, il decoro e l’immagine della professione (Art.28). L’infermiere, infatti, anche attraverso l’utilizzo dei mezzi informatici e dei social media, comunica in modo scientifico ed etico, ricercando il dialogo e il confronto al fine di contribuire a un dibattito costruttivo (Art.29).
Gli infermieri bresciani in questa pandemia hanno mostrato abnegazione, competenza, decoro e orgoglio professionale, una capacità straordinaria di resilienza e di cooperazione, integrazione, captando il riconoscimento sociale e istituzionale, che questa professione merita da sempre e, pertanto, per certi versi tardivo. Non esiste alcuna sanità senza infermieri, alcuna!
Per l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Brescia questo comporta una chiara assunzione di impegno e di responsabilità da parte di tutti gli infermieri. Ogni volta che un infermiere si presenta come tale e agisce sui social e sul web mancando di decoro, di rispetto, usando turpiloquio, rinunciando ad ogni possibilità di confronto sereno e costruttivo, parlando senza cognizione di causa sia in merito ad evidenze scientifiche sia in merito ad una consapevolezza ragionata dei fenomeni di cui discute, mina l’immagine di tutta la comunità professionale che ne esce mortificata sul piano etico, deontologico e culturale. Inoltre, così facendo frena la credibilità professionale e istituzionale nei confronti della società civile, politica e del sistema sanitario entro cui opera. Se i mezzi di comunicazione consentono la libertà di parola su ogni argomento in ogni contesto, questo non significa che tale libertà sia esente da conseguenze anche disciplinari”. (Fonte Fnopi)