Attraverso questo documento Roma Capitale rispetta gli impegni assunti nel 2017 con la sottoscrizione del “Patto dei Sindaci”, prevedendo di ridurre le emissioni climalteranti di oltre il 51% entro il 2030, ben oltre la quota del 40% prevista dallo stesso accordo. Il PAESC – frutto di un lavoro partecipato di tutti gli Assessorati e i Dipartimenti di Roma Capitale in collaborazione con ISPRA, ENEA, GSE e il Ministero della Difesa – definisce le strategie e le azioni per la riduzione di CO2 attraverso la riorganizzazione urbana, con una nuova consapevolezza della correlazione tra inquinamento e benessere, tra sostenibilità ambientale e crescita economica nel tempo.
Tra queste, a titolo esemplificativo, sono previste un’attività di forestazione urbana sostenibile (previste 20.000 alberature da sostituire, 1 milione di nuove alberature entro il 2030, 2 milioni di nuove alberature entro il 2050), l’incremento del lavoro agile nella pubblica amministrazione (i risultati attesi sono stati calcolati in un totale di 16.482.430 km annui evitati, che corrispondono a 4 mila tonnellate di CO2 in meno nell’atmosfera), la realizzazione di 4.000 infrastrutture, presenti su suolo pubblico, per la ricarica delle auto elettriche (BEV) ed ibride plug in (PHEV). Interventi anche sul versante delle energie rinnovabili come, ad esempio, la realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti di scuole, ospedali (sono state individuate 60 cliniche private e 29 aziende ospedaliere) e caserme; l’azione “case solari”, inoltre, grazie ad investimenti stimati intorno ai 296milioni di euro, prevede l’installazione di circa 34.200 impianti fotovoltaici nelle case autonome. Per soddisfare le utenze condominiali, si prevede inoltre l’istallazione di circa 30.500 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 183 MW e un valore degli investimenti complessivi pari a 274 milioni di euro. Il risultato auspicabile è il raggiungimento – in termini di installazioni – del 51% del totale dei condomini romani, con una potenza media degli impianti di almeno 6kW.
“Il nuovo PAESC di Roma costituisce il quadro operativo di una trasformazione importante e necessaria: è il programma per la transizione ecologica della città, un’agenda ambiziosa che punta alla neutralità climatica nel lungo termine, composta di tante azioni concrete che vanno a completare il lavoro di ripensamento della città in chiave sostenibile. Si tratta di un piano che non parla solo di decarbonizzazione e incremento della resilienza urbana, ma anche di riqualificazione territoriale e rilancio dell’economia, con un’attenzione particolare alla salute e al fenomeno in crescita della povertà energetica. Un progetto che, tuttavia, non potrà avere successo senza la partecipazione attiva e convinta dei cittadini e di tutti i portatori di interesse che vivono e lavorano a Roma. Per questo è importante che dal PAESC si generi un Patto per il Clima locale, che unisca tutte le energie della società verso l’obiettivo comune di contrastare il climate change”, ha spiegato la sindaca Virginia Raggi.
“La riduzione delle emissioni climalteranti si raggiunge intervenendo in diversi settori della vita dei cittadini, per i quali vengono definite apposite azioni. Alcune sono già partite mentre altre, come ad esempio lo smart working o la riduzione dei consumi energetici legati ai flussi di traffico urbano, hanno avuto un forte impulso dettato dalla pandemia che stiamo attraversando. Voglio ringraziare Danila Severa e Dario Tamburrano per aver coordinato il gruppo di lavoro e per aver contribuito a rendere la capitale d’Italia all’altezza delle grandi sfide ambientali e delle opportunità economiche delineate dal Green Deal europeo”, ha aggiunto l’assessora ai Rifiuti e al Risanamento Ambientale Katia Ziantoni.
“Il PAESC di Roma Capitale è il primo piano di azione per l’energia ecosostenibile e il clima di una grande città europea che declina a livello locale la nuova direzione e i principi del Green Deal europeo. Le attività umane e i consumi energetici che si concentrano nelle città sono tra i maggiori responsabili delle emissioni di gas climalteranti; per densità di popolazione – e del costruito – le città sono anche i luoghi dove gli effetti del cambiamento climatico si fanno già sentire mettendo a rischio infrastrutture, benessere e vivibilità degli ambienti urbani. La rivoluzione necessaria a mitigare gli effetti del cambiamento climatico deve quindi partire dalle città, migliorando la qualità dell’aria, la sicurezza e la resilienza urbana, riducendo le emissioni locali fino all’obiettivo della neutralità climatica anche prima del 2050”, ha chiarito Dario Tamburrano, coordinatore PAESC di Roma Capitale.