Il capo dello Stato ricorda che “la campagna di vaccinazione e la scelta di mettere in campo ingenti sostegni pubblici per contenere le conseguenze delle chiusure e dei distanziamenti a livello economico, produttivo, occupazionale” sono state “due strade che hanno consentito speranza e fiducia. La vaccinazione e gli interventi di rilancio economico continuano a essere gli indispensabili strumenti per assicurare sicurezza e serenità“. Anche perché, sottolinea Mattarella, “la pandemia non è ancora alle nostre spalle. Il virus è mutato e si sta rivelando ancora più contagioso. Più si prolunga il tempo della sua ampia circolazione più frequenti e pericolose possono essere le sue mutazioni”. E la strada per fermare la diffusione del virus, spiega Mattarella è una: “Soltanto grazie ai vaccini siamo in grado di contenerlo. Il vaccino non ci rende invulnerabili ma riduce grandemente la possibilità di contrarre il virus, la sua circolazione e la sua pericolosità. Per queste ragioni la vaccinazione è un dovere morale e civico. Nessuna società è in grado di sopportare un numero di contagi molto elevato, anche nel caso in cui gli effetti su molta parte dei colpiti non fossero letali”.
“La libertà è condizione irrinunziabile ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus, non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo“. Il presidente della Repubblica entra nel dibattito sull’obbligo vaccinale e sul green pass per accedere ai luoghi pubblici e, pur senza prendere una posizione esplicita in favore di una determinata misura, lascia intendere l’importanza di limitare il contagio. “Se la legge non dispone diversamente si può dire: ‘In casa mia il vaccino non entra’. Ma questo non si può dire per ambienti comuni, non si può dire per gli spazi condivisi, dove le altre persone hanno il diritto che nessuno vi porti un alto pericolo di contagio; perché preferiscono dire: ‘In casa mia non entra il virus’”. Chi sottovaluta la risalita dei contagi causata dalla variante Delta per il capo dello Stato sbaglia: “Senza attenzione e senso di responsabilità rischiamo una nuova paralisi della vita sociale ed economica; nuove, diffuse chiusure; ulteriori, pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese“.
“Dall’Unione Europea, sono in procinto di giungere le prime risorse del programma Next Generation. Gli interventi e le riforme programmate devono adesso diventare realtà. Non possiamo fallire: è una prova che riguarda tutto il Paese, senza distinzioni“, è il monito di Mattarella. “Quando si pongono in essere interventi di così ampia portata, destinati a incidere in profondità e con effetti duraturi, occorre praticare una grande capacità di ascolto e di mediazione – prosegue il presidente della Repubblica – Ma poi bisogna essere in grado di assumere decisioni chiare ed efficaci, rispettando gli impegni assunti“.
Per raggiungere l’obiettivo, è fondamentale la collaborazione tra le forze politiche. Mattarella è consapevole che il governo Draghi riunisce partiti con idee molto diverse su tanti temi, ma esorta tutti a lavorare insieme per il bene dell’Italia: “Desidero dare atto alle forze politiche e parlamentari, di maggioranza e di opposizione, ai governi che si sono succeduti durante la pandemia, alle strutture dello Stato e ai nostri concittadini di aver compreso la gravità della situazione sanitaria, economica e sociale, manifestando complessivamente, al di là di inevitabili differenze di toni e di opinioni, uno spirito di sostanziale responsabilità repubblicana. Anche per questo conto che le forze politiche, di fronte a un tempo che sembra volgersi verso prospettive migliori, continuino a lavorare nella doverosa considerazione del bene comune del Paese. Conto – aggiunge il capo dello Stato – che non si smarrisca la consapevolezza della emergenza che tuttora l’Italia sta attraversando, dei gravi pericoli sui versanti sanitario, economico e sociale. Che non si pensi di averli alle spalle. Che non si rivolga attenzione prevalente a questioni non altrettanto pressanti. Abbiamo iniziato un cammino per uscire dalla crisi, ma siamo soltanto all’inizio. Ci siamo dati obiettivi ambiziosi e impegnativi, di medio e lungo periodo. Perseguirli con serietà e responsabilità significa anzitutto guardare con il necessario realismo all’orizzonte che abbiamo davanti”.
Tra le priorità indicate da Mattarella nel corso della cerimonia del Ventaglio, la principale riguarda la scuola. “La pandemia ha imposto grandi sacrifici in tanti ambiti. Ovunque gravi. Sottolineo quelli del mondo della scuola. Ne abbiamo registrato danni culturali e umani, sofferenze psicologiche diffuse che impongono di reagire con prontezza e con determinazione. Occorre tornare a una vita scolastica ordinata – spiega il presidente della Repubblica – e colmare le lacune che si sono formate. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un’assoluta priorità. Gli insegnanti, le famiglie, tutti devono avvertire questa responsabilità, questo dovere, e corrispondervi con i loro comportamenti. Auspico fortemente che prevalga il senso di comunità, un senso di responsabilità collettiva”.
“In poche settimane, con il dilagare di questo virus insidioso e sconosciuto, i bisogni e le domande dei cittadini di tutto il mondo si sono riversate sui governi con una drammaticità inedita. Richieste essenziali – la sopravvivenza, l’accesso alle cure e agli ospedali, la protezione della salute propria e dei propri cari, la tutela dei redditi e del lavoro – hanno sottoposto a uno stress molto duro le complesse dinamiche che presiedono un mondo che si è mostrato sempre più interdipendente. Ne risulta evidente – aggiunge Mattarella – la necessità di un profondo ripensamento verso forme di ampia e crescente cooperazione internazionale e mi auguro che questa esigenza venga compresa nella comunità internazionale”. Il capo dello Stato ricorda: “Abbiamo vissuto un anno difficile, mesi drammatici. Lentamente e non senza contraddizioni – dovute all’eccezionalità della situazione del tutto ignota da affrontare – grazie a uno sforzo straordinario di collaborazione a livello globale, sono stati individuati due filoni che ci hanno permesso di incamminarci sulla via dell’uscita dalla crisi”.
Attenti all’autoreferenzialità e alle fake news. È il monito, “in tono più leggero” del presidente della Repubblica ai giornalisti, riuniti al Quirinale per il dono del Ventaglio. A conclusione del suo discorso Mattarella aggiunge “una considerazione in tono più leggero. In ogni ambito circola il virus dell’autoreferenzialità, della configurazione del proprio ruolo come centrale nella vita sociale. Questo rischio è molto presente nella politica: personalmente rammento continuamente a me stesso di tenerlo lontano. Mi permetto di segnalarlo anche al mondo del giornalismo – prosegue il capo dello Stato -, dove affiora, talvolta, l’assioma che un’affermazione non smentita va intesa come confermata, così che una falsa notizia può essere spacciata per vera perché non risulta smentita. Nell’ormai innumerevole elenco esistente di testate stampate, radiotelevisive e online, di siti, di canali social, si tratta di una pretesa piuttosto stravagante. Ad esempio, vista la diffusa abitudine di trincerarsi fantasiosamente dietro il Quirinale quando si vuole opporre un rifiuto o di evocarlo quando si avanza qualche richiesta, il Presidente della Repubblica sarebbe costretto a un esercizio davvero arduo e preminente: smentire tutte le fake news, fabbricate, sovente, con esercizi particolarmente acrobatici. Faccio appello, dunque, alla professionalità dei giornalisti e alla loro etica professionale”, conclude Mattarella.