Se i numeri della campagna sono positivi, è grazie anche al contributo dei più giovani. “Stiamo avendo davvero ottimi risultati. A livello nazionale – ha sottolineato Figliuolo -, su 100.000 prime inoculazioni di ieri, il 30% erano somministrazioni fatte alla classe tra i 12 e i 19 anni. A livello complessivo stiamo raggiungendo, come prima dose, ottimi risultati. Qualcosa in meno nella fascia 12-15 anni, dove siamo intorno al 50% come prime dosi ma chiaramente sono gli ultimi che hanno iniziato. La classe 19-29 anni ha raggiunto e superato il 70%, credo siamo intorno al 75% di prime inoculazioni, e ricordiamo che ha iniziato per ultima a vaccinarsi. Si tratta davvero di un grande senso di responsabilità. Ovviamente per i ragazzi più giovani, i minorenni, il senso di responsabilità dipende molto dai loro genitori. E di questo ringrazio anche loro”, ha concluso.
Il commissario Figliuolo ha ribadito che il mondo dell’istruzione resta al centro delle priorità: “Adesso stiamo pensando alle scuole. Noi tutti, e mi sento spessissimo con il ministro Bianchi, vogliamo che si parta in presenza. È importante per lo sviluppo personale e sociale dei nostri giovani e questo lo dice anche il Comitato nazionale di Bioetica. Non si può più affrontare lo studio in didattica a distanza, dobbiamo essere in presenza“. Il generale ha precisato che “la scuola deve essere in presenza per un senso di equità perchè ci sono tante famiglie in molte zone d’Italia che hanno difficoltà a connettersi in maniera virtuale e quindi è bene essere in presenza. Poi – ha aggiunto – non dimentichiamo il valore aggiunto della scuola come maestra di vita. In questo c’è anche la socializzazione dei nostri giovani, che ne hanno bisogno e se lo meritano”.
Intanto, la struttura commissariale si prepara per la somministrazione della terza dose dei vaccini anti-Covid: “Il ministro Speranza ha dato già delle indicazioni in proposito. Sostanzialmente si partirà già a settembre con coloro che vengono definiti immuno-compromessi, ossia quelle persone che hanno bisogno di un aiuto alla risposta per il sistema immunitario”, ha spiegato Figliuolo. “Sarà un richiamo, una classica dose ‘booster’ e noi stiamo calcolando che sarà rivolto ad una platea di circa 3 milioni di persone. A fine luglio già il Comitato tecnico scientifico aveva dato indicazioni sul fare una dose di richiamo e ora si sta esprimendo il Cts dell’Aifa”.
Figliuolo ha aggiunto che “stiamo lavorando in piena sinergia e davvero bene con tutte le Regioni e le Province. A seguire, in base alle indicazioni del Cts, è probabile che andremo a vaccinare le persone più anziane, le Rsa ed i sanitari. Noi siamo pronti, le dosi ci sono e quindi andiamo avanti”. Nel frattempo, però, ha ricordato il commissario all’emergenza, “non dimentichiamo le precauzioni: lavare accuratamente le mani, continuare con il distanziamento e utilizzare la mascherina. Dobbiamo imparare a convivere con il virus, che è intelligente perché muta. E quindi anche noi dobbiamo far sì che con una vaccinazione sempre maggiore blocchiamo il diffondersi del virus e delle sue varianti. Sicuramente il vaccino ci preserva dalle forme gravi della malattia. Lo dicono tutti gli studi fatti fino ad oggi”.
“La variante Delta è molto contagiosa, contagia in parte anche chi è vaccinato. È chiaro che l’1 ottobre non spegneremo i motori, non chiuderemo gli hub e non manderemo più le dosi ai farmacisti e ai medici di medicina generale o ai pediatri di libera scelta. La campagna vaccinale continuerà, fino a quando ci saranno persone che verranno a vaccinarsi – ha proseguito Figliuolo – Stiamo ragionando con i presidenti delle Regioni e delle Province autonome e con i responsabili dei sistemi sanitari e man mano che si va avanti e che raggiungiamo percentuali ottimali, riteniamo i grandi hub piano piano debbano andare a scemare per dare maggiore importanza ad un sistema che preveda l’impiego di medici di medicina generale, farmacisti e pediatri. In tutti i casi ritengo che in questa fase gli hub siano ancora importanti”.
Il generale ha precisato che “sarà una decisione presa di comune accordo, la struttura darà indicazioni ma poi sarà costruita in funzione delle esigenze delle varie Regioni. Ritengo che si arriverà ad un sistema misto, magari si manterranno ancora alcuni hub ma si andrà verso una soluzione più strutturale anche se in questa fase, proprio a causa della variante Delta, continueremo con la vaccinazione di massa. Perché i preparati per il richiamo, per la terza dose, ci sono”.
A tal proposito Figliuolo ha infine sottolineato che “oggi i due vaccini che abbiamo a disposizione sono Pfizer e Moderna e ne abbiamo un quantitativo più che sufficiente, su questo vi posso tranquillizzare. Siamo pronti per fare la terza dose a tutti coloro che ci indicherà la Comunità scientifica”, ha concluso.
Figliuolo ha poi spiegato che “in questo momento ci sono preoccupazioni per quel milione e 800mila persone tra i 50 e i 59 anni che, anche se abbiamo raggiunto l’82% di prime inoculazioni, potrebbe non bastare. Su 9 milioni e 600mila abbiamo un milione ed 800mila che ancora non si vaccina”. Il commissario all’emergenza Covid ha dichiarato che “stiamo vedendo che negli ultimi giorni c’è stata una ripresa. Abbiamo visto oltre 10mila prime inoculazioni al giorno in questa fascia d’età, mentre sui più anziani over 80 siamo ad oltre il 95%. Dunque – ha proseguito – su 4 milioni e 550mila ne mancano 255mila. Se voi considerate quelli che per motivi sanitari non possono vaccinarsi, ritengo che pochi Paesi al mondo abbiano raggiunto questo risultato“.
E sulla possibilità di inserire l’obbligo vaccinale per legge, su cui il premier Draghi ha aperto ma che divide la politica italiana, Figliuolo ha detto: “Noi dobbiamo convincere, dobbiamo andare avanti con la vaccinazione. Le decisioni si prendono sulle evidenze. Io sono abituato a dare numeri e a dire fatti. Quindi, se riusciamo a scalfire lo zoccolo duro ne prenderemo atto. Se così non fosse o se si arrivasse ad una percentuale in cui c’è bisogno di fare di più, ritengo che i nostri decisori siano molto saggi ed illuminati e sapranno poi cosa fare“.