Le informazioni, elaborate dall’Osservatorio delle partite Iva, riguardano i dati statistici relativi alle imprese e ai professionisti suddivisi per natura giuridica, attività economica, territorio e, per quanto riguarda le persone fisiche, caratteristiche demografiche (sesso ed età).
Nel secondo trimestre 2021 sono state richieste 147.153 nuove attivazioni. Il risultato evidenzia un incremento del 54,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il dato risente, tuttavia, delle restrizioni straordinarie adottate nel 2020 per contenere la pandemia.
Continuano a essere le persone fisiche a primeggiare per natura giuridiche con il 65,6% delle nuove attivazioni, seguono le società di capitali con il 21,1%, molto distaccate le società di persone, presenti soltanto con il 3% del totale. Non residenti e le altre forme giuridiche raggiungono il 10% del dato complessivo.
L’analisi statistica evidenza un sensibile scatto in avanti per i “non residenti”, che registrano una quota di avviamenti in aumento del 400% rispetto al secondo trimestre 2020, mentre la salita si assesta al 35% per le persone fisiche.
Il Nord si aggiudica circa la metà del dato nazionale. La ripartizione territoriale assegna infatti alle regioni del settentrione il 47,4% delle nuove partite Iva, il 20,3% va al Centro e il 31,6% spetta al Sud e alle Isole.
Risultati positivi soprattutto per Friuli V.G. e Veneto che guadagno, in entrambi i casi, il 110% rispetto al 2020, la crescita più contenuta è invece del Molise (+18,9%).
Il settore produttivo maggiormente “intraprendente” continua a essere il commercio con il 24,8% delle nuove partite Iva, seguito dalle attività professionali con il 16,2% e dall’agricoltura con l’11% del totale.
Le variazioni più significative, rispetto al trimestre 2020, riguardano le attività di intrattenimento (+103%), il commercio (+98,8%) e le attività immobiliari (+90,4%).
Focalizzando l’attenzione sulle persone fisiche la sintesi del Mef evidenzia una prevalenza maschile (+62,3%). Per quanto riguarda l’età, il 47,5% delle nuove attività sono da attribuire a giovani fino a 35 anni e circa il 31% a persone appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. L’aumento è generale a prescindere dalle candeline, l’incremento più consistente interessa i più giovani con un +37 per cento.
Prendendo in considerazione il Paese di nascita, inoltre, risulta che il 17,7% delle aperture è richiesto da un soggetto nato all’estero.
Infine, nel trimestre osservato, in 61.153 hanno aderito al regime forfetario, pari al 41,6% del totale delle nuove aperture, con un aumento del 36,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.