Roma – Si è tenuto ieri sera a Palazzo Chigi l’incontro tra il premier Draghi e i sindacati: al centro del dibattito, il decreto sul certificato verde obbligatorio anche per i lavoratori del settore privato.
Draghi ha informato i sindacati che intende assumere, con decreto, una decisione per rendere obbligatorio il green pass per i posti di lavori pubblici e privati. Non sarà reso obbligatorio il vaccino, perché è contemplato anche il tampone, e a questo proposito i sindacati sono stati fermi nel chiederne al governo la gratuità, almeno fino alla fine dello stato di emergenza, ovvero fino alla fine di quest’anno. “Abbiamo ribadito che le persone non debbano pagare per lavorare”, ha affermato il segretario della CGIL Maurizio Landini.
Le richieste dei sindacati
“Oggi sono morti tre lavoratori – ha ricordato il segretario della UIL Pierpaolo Bombardieri –: a nostro avviso il tema dell’utilizzo dei tamponi sui posti di lavoro riguarda la sicurezza sul lavoro, e non saremo disponibili a far pagare ai lavoratori e alle lavoratrici questo diritto”.
Un altro problema di cui si è discusso al tavolo con Draghi riguarda poi il costo dei tamponi. E Bombardieri mostra per l’occasione il suo tampone effettuato in giornata al costo di 22 euro, nonostante sia già vaccinato. “Qualcuno dovrebbe spiegarmi – ha incalzato il segretario della UIL – perché io, avendo il green pass, quando vengo qui per incontrare Draghi, devo fare il tampone. La vita dei nostri lavoratori e delle nostre lavoratrici ha la stessa dignità della politica. Per questo, abbiamo chiesto che il green pass sia obbligatorio anche in Parlamento”.
Sulle sanzioni, poi, i sindacati hanno chiesto che non sia possibile licenziare i lavoratori: “Su questo ci hanno dato garanzie – ha concluso Bombardieri – ma non avendo ancora il testo del decreto, ci riserviamo di scoprire cosa scriveranno”.
Un altro punto su cui si è puntato è il fattore “discriminante” che sta generando il vaccino, e Landini è stato categorico: “Vogliamo evitare che i provvedimenti in merito al green pass possano diventare motivo di divisioni di cui non abbiamo bisogno”. E sulla questione dell’isolamento per Covid “abbiamo rivendicato – ha specificato il segretario della CGIL – che il problema del trattamento economico venga risolto, perché non è accettabile che il lavoratore non venga pagato in caso di quarantena”.