La prima accortezza dunque è quella di svuotare le proprie tasche da tutti gli oggetti superflui o relativamente ingombranti: la loro presenza, infatti, potrebbe incidere su una corretta seduta. Poi bisogna trovare i “giusti angoli” fra corpo e sedile. Lo schienale deve essere sufficientemente verticale in modo che la schiena sia sempre ben aderente allo stesso e che con le braccia allungate, ma non tese, si possa raggiungere comodamente la sommità del volante. Le mani devono sempre stare alle 9:15 con i 2 pollici ben inseriti tra volante e razze, quindi sempre “in presa”.
La distanza dalla pedaliera deve essere tale che, premendo a fondo sui pedali, le ginocchia risultino solo leggermente piegate. Altra regolazione importantissima, è quella relativa al poggiatesta. Questo è fra i più importanti componenti dedicati alla sicurezza e andrebbe regolato un po’ meglio di come avviene di solito: se non è posizionato a dovere, non serve a nulla. Nemmeno basta che sia genericamente all’altezza della nuca: l’escursione del corpo in caso di tamponamento è talmente elevata che il capo rischia di essere proiettato all’indietro sino a scavalcare il poggiatesta, piegandosi tanto da provocare “colpi di frusta” o nelle peggiori delle ipotesi lesioni alla colonna vertebrale. Per evitare ciò, è sufficiente rispettare due condizioni: il punto più alto del poggiatesta deve trovarsi sopra, di 2-3 centimetri, la sommità del capo.
Infine gli specchietti, che sono generalmente tre, ed è buona norma utilizzarli tutti. Chi, come molti, si serve solo di quello centrale, avrà per forza di cose un panorama ridotto di ciò che accade alle sue spalle. Prima di mettersi in marcia, i retrovisori vanno regolati di modo che, per guardarli, non sia necessario allungare il collo o piegare la testa, ma basti girare gli occhi. Per una visione ottimale, è bene che laddove finisce il campo visivo di uno cominci quello dell’altro.