Roma – Le entrate tributarie dei primi nove mesi 2021 evidenziano, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnato dagli effetti del lockdown e delle conseguenti misure economiche e di sospensione dei versamenti dirette ad affrontare l’emergenza sanitaria, un prevedibile aumento: si attestano a 340.865 milioni di euro, toccando un incremento di periodo del 12,3 per cento. Una crescita che, nel solo mese di settembre, ha superato il 21% grazie a un super gettito proveniente dalle imposte dirette (+34,1%) e a un buon risultato delle indirette (+6,6%).
L’analisi dettagliata dell’andamento, sia globale che particolareggiato, delle performance derivanti dalle singole imposte, arriva dal dipartimento delle Finanze che, puntuale, ha pubblicato oggi, sul proprio sito il report, costituito dal bollettino delle entrate tributarie che abbraccia il periodo gennaio-settembre 2021, dalle appendici statistiche e dalla relativa nota tecnica..
Da gennaio a settembre, il gettito derivante dalle imposte dirette ammonta complessivamente a 189.891 milioni di euro, con un incremento di 13.311 milioni (+7,5%), rispetto allo stesso periodo del 2020.
In particolare, dall’Irpef giungono 8.720 milioni di euro in più, che corrispondono a un aumento percentuale di 6,4 punti. A far da traino sono state le ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato (+5.942 milioni di euro, +10,1%). Nelle casse dello Stato sono, infatti, entrate anche quelle che avevano beneficiato della proroga disposta dal decreto “Ristori” a favore dei sostituti d’imposta. Questi ultimi, pertanto, hanno provveduto al versamento delle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilati e su indennità di cessazione del rapporto di collaborazione a progetto corrisposti negli ultimi tre mesi del 2020,. a decorrere dal mese di marzo 2021.
Sempre incisivo, poi, il gettito proveniente delle ritenute effettuate sui redditi dei dipendenti pubblici (+1.337 milioni di euro, +2,3%) e di quelle dei lavoratori autonomi (+908 milioni di euro, +11,5%).
Segnali incoraggianti arrivano, inoltre, dall’imposta sostitutiva sui redditi e dalle ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale (+20%), dalle ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche (+60,9%) e anche le imposte sostitutive sulle rivalutazioni dei beni aziendali iscritti in bilancio e sullo smobilizzo dei fondi in sospensione di imposta, che segnano un incremento di gettito pari a 3.160 milioni di euro, per effetto dei provvedimenti introdotti dal Dl n. 104/2020.
In controtendenza, invece, i versamenti Irpef da autoliquidazione (meno due milioni di euro) e l’Iresi, con un calo, in confronto al medesimo periodo dell’anno precedente, di 1.321 milioni di euro ( -7,2%).
Tra imposte indirette, che ammontano a 150.974 milioni di euro, in aumento di 24.056 milioni (+19,0%), quelle trainanti sono, senza dubbio, l’Iva e il Registro. La prima, con oltre 18 milioni di euro in più, si aggiudica un aumento percentuale di 22,6 punti, soprattutto grazie agli scambi interni (+14.772 milioni di euro, +20,4%) e un aiutino dalle importazioni (+9,7%). Il secondo fa registrare, invece, un incremento ancor più significativo (+38%).
Negativa, invece, la performance dell’imposta sulle assicurazioni (-16,9%) e di quella (-2,5%).
Giochi in ripresa
Vanno bene le entrate da giochi, che superano quelle degli stessi mesi 2020 di 1.025 milioni di euro (+13,7%).
Accertamento e controllo in discesa
Il dato relativo alle entrate tributarie erariali derivanti da attività di accertamento e controllo si ferma a –674 milioni di euro (–10,9%). Dalle dirette arrivano 110 milioni di euro in meno (–3,9%) e dalle indirette 564 milioni (–16,9%).