Con l’oscurità che avanza, diminuiscono anche le ore di lavoro, i muratori sono soliti in inverno anticipare il termine della giornata di almeno un’ora. La capacità è quella di eseguire comunque lo stesso lavoro quotidiano in tempi di luce, e renderlo perfetto prima dell’avanzare della sera.
Nei momenti di solstizio si celebra un tassello relativo al significato che noi stessi intendiamo dare alla nostra vita, al rapporto con gli altri. Gli uomini liberi sono fatti per stare insieme, lo spirito della muratoria, insegna che solo il lavoro di squadra riesce ad erigere mura solide e durature nel tempo e che costituiscono luogo di riparo e di accrescimento. Il solstizio d’inverno è sì il giorno più oscuro, ma segna per l’appunto anche un graduale passo verso una luce sempre più ampia assicurata dal sole.
L’uomo nel mese freddo trova ristoro nel fuoco che è agente vivificatore e purificatore per eccellenza. Il simbolo associato all’elemento fuoco è il triangolo equilatero, figura geometrica che allude al suo moto ascendente e alla sua forza ascensionale.
Il solstizio d’inverno è l’occasione per fare gli auguri, quelli di un passaggio interiore che sia un ulteriore tassello alla ricerca dell’equilibrio giusto e perfetto che da sempre regala soddisfazioni all’uomo. Nella fratellanza si trova quella connessione che da antichi saperi si tramanda agli attuali doveri. Nel solstizio d’inverno viviamo l’oscurità, ma sapendo che questa non sarà mai totale, poichè sull’uomo brilla sempre quella volta stellata profonda come la linea che separa il mare dal cielo.
Ma cosa accade a livello astronomico: nel giorno e nell’ora del solstizio d’inverno il Sole si trova alla sua massima distanza al di sotto dell’equatore celeste, ed è stato minimo l’arco apparente da sudest a sudovest, cosa che lo ha reso il giorno più corto dell’anno. Successivamente il Sole inizierà a risalire verso l’equatore celeste e le ore di luce aumenteranno gradualmente fino a raggiungere il culmine fra sei mesi, nel solstizio d’estate.
Già di per sè la parola “solstizio” evoca un qualcosa di magico e di esoterico, la sua etimologia ci riconduce alla lingua latina “sol” e “sistere” ossia sole stazionario, fermo. Nel giorno del solstizio d’inverno, i raggi del Sole arrivano a noi fortemente inclinati e “indeboliti”, l’irradiazone è minima con brevità di luce del giorno. Il solstizio d’inverno è anche il giorno in cui si ha la maggior differenza fra la durata del giorno e della notte. Nell’emisfero australe, accade esattamente l’opposto: a quelle latitudini è il solstizio d’estate.
Ma che cosa c’è di diverso in questa notte da tutte le altre notti? Accade il vero e reale passaggio stagionale sancito astronomicamente ed esotericamente il significato è profondo e per comprendere bene la mitologia del solstizio d’inverno la storia ci riconduce a culture e tradizioni di popoli nordeuropei, come ad esempio le popolazioni Maya che avendone approfondito studi e particolartià erano soliti predisporre fastose celebrazioni sia per quello invernale che per quello estivo.
Di fatto però il solstizio nella stagione fredda oltre ad aprire le porte all’inverno astronomico, conduce con se una serie di aspetti magici legati alla natività, dal giorno successivo infatti la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuova rinascita con il Dies Natalis Sol Invicti. Poi un altro passaggio importantissimo per la vita di ogni uomo è poi la mezzanotte trail 31 ed il primo del nuovo anno che segna comunque un altro momento in cui si chiude un percorso di vita vissuta e se ne apre un’altro.
Il solstizio d’inverno dunque ci fa riflettere sull’universalità, e sul nostro essere parte integrante di una umanità che tanto si crede potente ma che poi in effetti ciascuno che osserva un sistema rituale, perfetto, cadenzato e studiato nel corso dei tempi, non può che restare fermo, basito e rendersi conto della propria minimalità che comunque è parte di un disegno architettonico immenso. Ogni solstizio, ogni passaggio dunque sia una occasione per riflettere, fare il punto sulla nostra vita cercando di costruire sempre di più un percorso interiore che ci porti a scoprire una luce sempre più forte verso la quale poi saremo, inesorabilmente proiettati per l’eternità.