IL BOOM DEI TEST FAI-DA-TE
Inoltre, sono stati venduti ogni giorno nelle farmacie e supermercati circa 250mila tamponi fai-da-te per un costo complessivo di 35 milioni di euro nelle due settimane festive. Un’ulteriore criticità è legata all’attendibilità dell’esito dei tamponi rapidi, che non rappresentano una valida alternativa al tampone molecolare, unico vero esame di riferimento per la ricerca del Covid-19. Secondo la Food and Drug Administration (Fda), infatti, quasi una persona positiva su due può risultare negativa al test rapido e continuare a contagiare.
SCHIZZA IN ALTO IL COSTO DEI TAMPONI MOLECOLARI
Un altro dato allarmante secondo Conflavoro Pmi riguarda i tamponi molecolari, il cui costo risulta oggi cinque volte superiore rispetto a quello applicato fino all’estate 2021, quando la curva dei contagi era nettamente più piatta. Al Nord il costo di un tampone molecolare può arrivare a 150 euro, al Centro Italia il prezzo varia tra 75 e 100 euro, al Sud l’impennata dei prezzi è più contenuta, raggiungendo comunque cifre tra 60 e 80 euro.
LE PMI IN AFFANNO
In questo contesto sono le imprese, soprattutto le Pmi, che con sempre maggiore difficoltà si fanno carico di questi costi. “Per garantire ai datori di lavoro e ai lavoratori la possibilità di poter riprogrammare la propria attività e lavorare in totale sicurezza, è necessario che il Governo stanzi risorse, anche sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese virtuose, che rispettano i protocolli e le regole di sicurezza – dichiara Roberto Capobianco, presidente Conflavoro Pmi – Ad esempio, tra le tante iniziative, insieme all’Ente bilaterale Ebiasp, sosteniamo i lavoratori dipendenti delle imprese aderenti attraverso l’erogazione di un contributo, fino a un massimo di 200 euro, per l’acquisto di test tampone molecolare e/o antigenico Covid-19″. (www.dire.it)