I commercialisti al voto, de Stasio: “Evitare la sclerotizzazione del governo dell’ordine”

L'intervista a Federico de Stasio, dottore commercialista e candidato presidente all'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Roma, che si presenta con la lista 2, "Insieme, per il futuro della nostra professione"

ROMA – Il 21 e il 22 febbraio si vota per rinnovare l’ordine dei dottori commercialisti e esperti contabili di Roma. Abbiamo intervistato Federico de Stasio, dottore commercialista e candidato presidente all’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Roma che si presenta con la lista 2, “Insieme, per il futuro della nostra professione”. “La differenza tra la nostra lista e quella che governa l’ordine attualmente più che sul programma sta nelle persone– ha dichiarato de Stasio-. Non voglio dire che ci siano persone di serie A e B, persone migliori o peggiori. Parliamo di una diversità nella conduzione politica dell’ordine. Noi, e quando dico noi mi riferisco ad un gruppo piuttosto esteso di colleghi, ci stiamo battendo e ci siamo battuti in passato, con evidenti risultati, per far si che cambiassero le regole della politica ordinistica. Un esempio? Cinque anni fa abbiamo promosso un ricorso in Cassazione ed abbiamo ottenuto il riconoscimento per un chiaro divieto al terzo mandato. Perché lo abbiamo fatto? Anche se il ricorso fu introdotto con riferimento alla candidatura dell’ex presidente dell’ordine di Roma, il nostro intento autentico era quello di cambiare le regole della politica dell’ordine. Vogliamo svecchiare la politica di categoria. Faccio mie le parole scritte dal Procuratore generale nell’ambito del giudizio presso la Cassazione: è assolutamente chiaro quale fosse l’intento legislativo, con riferimento alla legge 139 che regola le nostre competizioni elettorali. Quello di evitare la sclerotizzazione della professione”.

“Questa, invece- ha aggiunto- è proprio una professione che rischia di sclerotizzarsi, e la prova evidente è l’età media dei rappresentanti della categoria, che è indice di come la politica ordinistica veda prevalere l’aspetto relazionale rispetto al contenuto delle proposte e delle idee delle persone. Noi sogniamo, e auspichiamo, un cambiamento autentico e vogliamo permettere, con il mutamento delle condizioni, ovvero non più di due mandati e votazioni on line che permetteranno la massima affluenza, che vengano eletti rappresentanti che oltre essere tali siano soprattutto rappresentantivi della categoria, essendo stati investiti da un mandato pieno degli elettori. A cui poi dovranno tener conto, perché la democrazia si applica soprattutto nel controllo del voto che è stato dato. Ci piacerebbe che le cose si semplificassero un po’. Oggi, invece, sono un po’ troppo complesse e nascoste. Vorremmo che fosse tutto più fluido e trasparente”.

DE STASIO: “BENE VOTO ON LINE PER L’ORDINE COMMERCIALISTI, PIÙ DEMOCRATICO

“Finalmente si potrà votare on line per il rinnovo dell’ordine. Ci siamo arrivati perché in questa tornata elettorale è stata data facoltà di scelta in ogni singolo ordine tra voto on line o in presenza. A Roma ci sono circa 11mila commercialisti ed esperti contabili- ha spiegato De Stasio-. E queste persone lavorano su un territorio vasto, circa 1300 km quadrati, nella quinta città più estesa d’Europa: si va dai Castelli a Ostia, da Roma sud a Roma nord. E poi c’è il traffico. Quando si è paventata l’ipotesi di scelta tra voto in presenza o da remoto si è paventato un problema che necessitava di un’opportuna declinazione per farlo comprendere nella sua reale entità agli aventi diritto: il voto in presenza avrebbe voluto significare votare in soli due seggi. Votando on line, invece, si può votare più comodamente da casa, dallo studio o da dove si vuole col telefono. Noi ci siamo opposti alla scelta del voto in presenza effettuata dall’ordine di Roma”.

“Il voto on line- ha aggiunto- è il sistema che garantisce la massima democraticità di partecipazione degli iscritti. Un atto dovuto per far fare un passo in avanti alla politica di categoria. Fino ad oggi, su 11mila colleghi, votavano al massimo il 30% degli aventi diritto. Chi ha vinto nel passato, e lo ha fatto nel segno di una continuità che dura da oltre 20 anni, ha vinto quindi con poco più di 2.000 voti. Questa scarsa affluenza è indice di tante cose, tra cui la prima evidente: la grande disaffezione da parte degli iscritti dalla vita politica della categoria. Noi vogliamo assolutamente che ciò non continui e vogliamo cambiare le regole del gioco. Vogliamo la massima partecipazione: vinca il migliore ma con un sistema che permetta a tutti di andare a votare agevolmente”. (E.Pretto – www.dire.it)

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