Lo schema del Dm, precisa la nota pubblicata sul sito del ministero che lo annuncia, è stato presentato lo scorso 2 febbraio alla Conferenza unificata.
La raccolta condivisa consentirà, afferma il ministro Giovannini, “di mettere a sistema le informazioni sulle opere abusive nel Paese e rafforzare le azioni di contrasto contro un fenomeno illegale che ha arrecato gravi danni alla vivibilità delle città e all’ambiente” e continua precisando che “l’iniziativa richiede un’azione congiunta di diversi ministeri e la collaborazione di Regioni e di enti locali. Abbiamo così avviato un percorso virtuoso per proteggere e tutelare meglio i territori”.
Il progetto prevede due fasi. Inizialmente la banca sarà alimentata con le informazioni sugli immobili e le opere abusive segnalate dai Comuni. In un secondo momento, saranno chiamati a collaborare anche i ministeri dell’Interno, della Giustizia, della Transizione ecologica, della Cultura, dell’Economia e delle Finanze, insieme ad Agenzia delle entrate, Regioni e Comuni.
Nel sistema saranno censiti i manufatti abusivi presenti sul territorio nazionale. Potranno accedere alla banca dati tutte le amministrazioni pubbliche che si occupano del fenomeno. Il bagaglio di informazioni disponibile consentirà di agevolare la programmazione e il monitoraggio degli interventi di demolizione delle opere abusive da parte dei Comuni.
La buona riuscita dell’iniziativa non può prescindere dall’opera congiunta delle amministrazioni e degli enti competenti in materia di abusivismo, tenuti, pertanto, a condividere e trasmettere le notizie sugli illeciti accertati e sui conseguenti provvedimenti emessi.
Infine, il ministero segnala che per sostenere i Comuni negli interventi di demolizione delle opere abusive è istituito presso il Mims un fondo di 15 milioni di euro, rifinanziato dalla legge di bilancio per il 2022.