È in libreria “Zetafobia 2 – La città morta”, il romanzo di fantascienza di Gualtiero Ferrari, che narra le vicende di Domenico, Lucrezia e Sebastiano in fuga per salvarsi dall’apocalisse zombie. “Con gli zombie si può convivere, sono gli altri sopravvissuti il vero pericolo” – scrive nella quarta di copertina l’autore – ed è proprio dagli zombie che i tre protagonisti della vicenda tenteranno di salvarsi…
L’autore
Gualtiero Ferrari nasce a Torino nel 1970. Sposato, con un figlio quattordicenne, cresce e vive in questa splendida città, salvo trasferirsi alcuni anni all’estero, per motivi di studio e di lavoro. Parla fluentemente l’inglese, il francese e quel minimo di tedesco necessario a ordinare del cibo caldo e una birra fresca. Di formazione economico-scientifica, più che umanistica, si è avvicinato alla lettura nel corso dell’adolescenza e si è rifugiato nella scrittura, ormai adulto, durante un difficile periodo personale. Attualmente lavora presso un’azienda di meccanica di precisione. Zetafobia, finalista al Premio Odissea, è stato il suo primo romanzo e ha riscosso un lusinghiero successo.
TRAMA ZETAFOBIA 2 – La città morta
Sono trascorsi sei anni dalla pandemia di H5N1v2, il virus appartenente al ceppo dell’aviaria, che ha dato l’avvio all’apocalisse zombie causando la pressoché totale estinzione del genere umano.
Domenico, suo figlio Sebastiano e la moglie Lucrezia, scampati per il rotto della cuffia a orde di non-morti famelici, si sono rifugiati in una cascina diroccata nel folto dei boschi delle colline Torinesi, riuscendo a sopravvivere fino a oggi.
L’isolamento della famiglia è bruscamente interrotto dal transito di un’automobile sulla Provinciale che serpeggia a fondo valle. Purtroppo la macchina, la prima a percorrere quella strada da mesi, termina la propria corsa contro una cabina elettrica nel centro del paese.
All’interno dell’abitacolo una giovane donna è in travaglio e in procinto di dare alla luce il proprio figlio., Accorso sul posto per controllare quanto sta accadendo, Domenico è riluttante, ma alla fine l’aiuta a partorire mentre Sebastiano abbatte gli zombie che si stanno radunando lì intorno.
La situazione precipita, e la donna strappa a Domenico una scomoda promessa che lo costringe a recarsi presso l’ex distretto militare di Torino.
Appena padre e figlio tornano a casa, s’innesca un’accesa discussione se rischiare la vita mantenendo la parola data o dimenticarsi dell’intera vicenda.
Lucrezia e Sebastiano la spuntano, convincendo Domenico a recarsi in città nonostante quest’ultimo sia convinto che la scelta sia un vero e proprio suicidio.
Il percorso che dalla periferia porta la famiglia sino alla Caserma è un viaggio nel passato. Le vie sono irriconoscibili e dense di pericoli mortali.
Entrati in contatto con altri sopravvissuti i protagonisti scoprono che molti sono regrediti, perdendo umanità ed empatia, mentre altri hanno fatto della parola “comunità” il proprio credo.
Giunti al Distretto la famiglia viene trattata con sospetto, soprattutto quando tutti i suoi membri rimangono bloccati a causa d’uno sciame di migliaia di zombie di passaggio in città.
I militari delimitano una linea di difesa e ingaggiano i mostri.
La battaglia è brutale e a lungo incerta, ma i non-morti sono troppi e il fronte rischia di cedere.
Poco prima che gli zombie riescano a espugnare la Caserma arriva la cavalleria che, dotata di un’enorme potenza di fuoco, rovescia le sorti della battaglia.
Domenico, Lucrezia e Sebastiano approfittano della confusione del combattimento per tentare la fuga, ma le cose non vanno come le avevano pianificate.