Ucraina, oltre 44 mila i profughi arrivati in Italia

TRIESTE – Sono finora poco più di 44mila i profughi ucraini arrivati finora in Italia, secondo gli ultimi dati forniti dal ministero dell’Interno. Da ieri quindi c’è stato un incremento di oltre 5mila unità.
La maggioranza è composta da donne, 22.331, e da minori, 17.858, mentre gli uomini sono 3.819. Le principali città di destinazione dichiarate all’ingresso in Italia sono Milano, Roma, Napoli e Bologna.
“Credo che il Governo – afferma il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – debba mettere delle risorse per le famiglie che accolgono i profughi perché stanno facendo il massimo possibile.
“Servono incentivi – spiega Bonaccini – giusti del governo come è successo in altre emergenze – ha concluso il presidente – per cercare di fare una rete di solidarietà che sia la migliore possibile. Vorremmo evitare le tendopoli della Protezione civile, che è pronta alla bisogna se l’emergenza aumenta”.
Sono quasi 1400 le persone che si sono già fermate in Friuli Venezia Giulia: percorsi di prima e di seconda accoglienza, identificazione dei minori non accompagnati, sicurezza sanitaria e prossima istituzione dell’Unità di crisi.
Sono i punti del Piano di accoglienza dei profughi ucraini discussi dal presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga insieme ai prefetti.
Tra gli elementi più importanti del Piano i percorsi di prima e di seconda accoglienza. “Per quanto concerne la prima accoglienza in questo momento – spiega il vicepresidente Riccardo Riccardi con  delega alla Salute e alla Protezione civile – abbiamo già allestito due presidi vicini ai confini di Ugovizza a Tarvisio e di Fernetti a Trieste che dobbiamo necessariamente ampliare visto che i flussi si stanno intensificando. Questi devono continuare ad erogare generi di prima necessità e iniziare le procedure di identificazione. Poi c’è la sicurezza sanitaria: per far fronte a questa emergenza, come percorso di seconda accoglienza, stiamo organizzando un hub alla Fiera di Udine per anagrafe sanitaria, tamponi ed eventuali vaccinazioni”.
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dichiara: “Abbiamo ogni giorno davanti agli occhi scene pesanti, che questo protocollo rappresenti anche un messaggio di pace e solidarietà affinché si imbocchi la strada per un ‘cessate il fuoco’ e per una trattativa che fermi questo bagno di sangue”.
Mentre il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana rileva “un fronte compatto da parte dei Comuni e della Regione per sostenere chi scappa dalla guerra, con la richiesta di definizione delle competenze, condivisione dei dati relativi ai flussi in arrivo e riconoscimenti economici per attuare gli interventi necessari”.
“Ogni nostro intervento – spiega Fontana – deve avvenire in maniera coordinata con il Governo e con la Protezione civile nazionale. Proprio per questo siamo in costante contatto con Roma per capire su cosa, quando e come agire. Perché sino ad oggi, ed è sempre importante sottolinearlo, le Regioni non hanno competenze e responsabilità dirette e ordinarie”.
“La situazione in Ucraina ci preoccupa,  in Veneto abbiamo già 4 mila profughi”, afferma il presidente Luca Zaia.
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