Dalla scintilla del concepimento, già nel suo embrione l’uomo attraversa un periodo di crescita e di formazione fisica in cui si compongono gli elementi che gli consentono di venire al mondo.
Una fase naturale, misteriosa, in cui l’ignara creatura viene designata non per sua volontà ad arrivare nell’emisfero terreno, per disegno di una architettura universale di continuità della specie umana. Una fase in cui inizia l’attesa di una luce che verrà salutata con un pianto liberatorio, forse di gioia per essere arrivati nel percorso.
Nel corso dei primi anni di vita, la ricerca della luce è costante, l’uomo bambino ama il sole, l’aria aperta, ha paura del buio e trova nell’oscurità un dogma al quale cerca di trovare risposte, invano. Crescendo si acquisce consapevolezza di un rapporto regolato dall’architettura universale, luce ed oscurità. Il Bianco ed il nero. Un equilibrio da due apparenti opposti che può essere rincorso, frainteso, ipotizzato, ma l’unico modo per capire di quale luce vera l’uomo abbia bisogno è il percorso massonico.
Non a caso la storia, la cultura dell’umanità riscontra unicamente nella scienza Massonica l’unica possibilità di approfondire, capire in una dimensione terza e con l’aiuto dei fratelli a scoprire cosa sia il senso di luce.
Una volta che l’uomo riesce ad inviduare il senso vero della luce non avrà più paura del buio, poiché sotto la volta stellata c’è sempre una luna che brilla e che costituisce un punto fermo di coraggio, di prontezza a superare le sfide della vita che spesso possono essere oscure.
I profani che hanno l’opportunità di poter bussare, cercano la luce, come recita il rituale. E dopo l’iniziazione, la prima illuminazione per il fratello sarà quella nel momento in cui gli viene tolta la benda, potrà allora osservare il contesto del Tempio, della Loggia e quella è la prima sensazione di aver potuto comunque percepire un principio nel viaggio lungo verso una luce interiore.
La luce viene cercata, trovata, la si può ricevere e dispensare in tanti modi, in tante circostanze. Il fratello massone nel mondo è un granello che deve splendere e svolgere il suo ruolo di crescita e la missione nella umana società.
Laddove noi pensiamo di trovare riparo nella spasmodica ricerca di luce, si apre sempre un altro varco, con la sensazione iniziale ma consapevolezza conseguente di essere sempre a metter sù mattoni, alzando muri laterali ma senza mai riuscire a coprire la volta stellata. Il cielo, che con le sue stelle incanta l’anima, e che raggiungiamo con lo sguardo che arriva a quell’infinito che non riusciremo mai a comprendere fino in fondo. Questo non deve scoraggiare l’uomo, nè indurre alla rassegnazione, ma ad un certo punto della vita adulta, anche un pò avanzata ci si rende conto che dobbiamo applicare a quella esperienza quotidiana non di certo bastevole, qualche altra filosofia di vita, che sia in grado di farci capire cose, contesti, sotto una angolazione diversa e approfondita.
L’universalità delle cose, del lavoro che caratterizza l’uomo sin dalla primordiale antichità come costruttore di capanne, lavoratore, edificatore di templi. Ci sono le varie evoluzioni dell’architettura, che nel corso dei secoli hanno caratterizzato la storia, la cultura di cui oggi siamo attenti osservatori.
Nessuno può vivere di luce riflessa, deve esserne interprete dunque e sano portatore, la consapevolezza dei propri limiti deve spingerci sempre e con umiltà a voler capire di più scavando nel nostro interiore.
Il concetto di ricerca della luce lo possiamo raffigurare anche nel gabinetto di riflessione nel quale troviamo la scritta Vitriol: Visita interiora Terrae rectificando invenies occultum lapidem.
Ecco l’invito è proprio quello di entrare nella nostra oscurità interiore, individuando quelle criticità che devono perfezionarci, quindi correggere ogni punto nero e trasformarlo nel bianco che ci rende più liberi, consapevoli, sereni, sicuri e forti di noi stessi.
La ricerca della luce dura tutta la vita terrena, e solo con il lavoro in officina costante e di confronto, si ha la possibilità di apprezzarne vari gradi e sfumature. Ogni passaggio è una crescita che ci mostra luce con livelli diversi.
E’ legittimo chiedersi poi, dopo questa lunga fatica, dopo aver trovato qualche bagliore, dove finiranno poi le nostre conoscenze. L’uomo alla ricerca della luce è destinato a terminare per sempre nel buio della morte?
Nelle seppure lunghe meditazioni, nei lavori d’officina, ci è solo sembrato di aver intravisto la luce piena o anche solo una parte che ci ha illuminato nel cammino che abbiamo tentato di percorrere?
La risposta la troviamo nella nostra interiorità, nel seguire i rituali, la crescita nei vari gradi, e nel confronto tra i fratelli. Ognuno di noi, se si trova qui è illuminato da qualcosa che lo differenzia rispetto agli altri? Non siamo diversi da altri uomini, ma siamo solo nati con la consapevolezza di voler/dover trovare una luce e farla nostra.
E per farlo, il percorso è lungo, talvolta faticoso, ma nella libera muratoria poi la soddisfazione in una edificazione muraria a squadro, nelle continue ed erigende sfide della vita terrna può trovare la sua motivazione.
Quando poi, come tutti gli uomini, saremo chiamati al “passaggio” verso l’Oriente Eterno, è lì che invece di una oscurità noi possiamo invece essere soddisfatti di aver lasciato con il nostro vivere quotidiano, dalla famiglia, al lavoro, con i fratelli, una scia di luce che è passata nell’umanità.
Di noi resteranno poi polvere e segni, ma chi è chiamato a vivere il presente ha il dovere di farlo perfezionando la sua interiorità rendendola quanto più luminosa possibile per il bene dell’umanità.
La luce è stabilità dalla architettura universale, è si trova nell’elemento fuoco: l’uomo, anche quando è stato in grado di controllarlo, ha continuato a provare tanto rispetto e timore al punto da considerarlo simbolo del mondo soprannaturale.
Abbiamo il dovere di accogliere dunque la Luce massonica attraverso progressivi e sequenziali stati di coscienza, che possono essere trovati solo all’interno dei lavori di Loggia in cui un’aurea di luce si apre e si chiude in un rituale antico e profondo.
In Massoneria inoltre il concetto di Luce ci richiama alla fondamentale Triade iniziatica: del Maestro Venerabile, del Primo Sorvegliante e del Secondo Sorvegliante, che rappresentano i tre cardini sui quali poggia la Famiglia Iniziatica e quindi il Maestro Venerabile che irradia la luce della Saggezza; il Primo Sorvegliante la luce della Bellezza; il Secondo Sorvegliante la luce della Forza compiendo in loro l’armonia delle luci di Loggia, che devono illuminare l’incessante percorso iniziatico dai neofiti a tutti gli altri fratelli.
Perché tutto sia giusto e perfetto.