Covid, guariti con una sola dose non possono entrare negli Usa: italiani bloccati

Meo (Cesmet): "Avvicinare i richiami potrebbe mettere a rischio la risposta immunitaria"

ROMA – Cittadini italiani provvisti di green- pass, immunizzati secondo le leggi italiane, che però non sono autorizzati a entrare negli Stati Uniti perché ‘non completamente vaccinati’, secondo le leggi USA: questo il corto circuito burocratico che sta rendendo impossibile l’ingresso negli Usa a tanti italiani guariti dal Covid-19 e con una dose di vaccino in attesa del richiamo.

Per entrare negli Stati Uniti è infatti necessario aver effettuato due dosi di uno dei vaccini riconosciuti dall’Fda (Food and Drug Admnistration), mentre in Europa si è considerati immunizzati anche dopo la guarigione e una dose di vaccino effettuata entro un anno dalla negativizzazione. Tra l’altro, anche per i guariti che volessero sottoporsi alla seconda dose, è comunque necessario aspettare i tempi previsti fra un richiamo e l’altro.

“Le leggi non si sono armonizzate”: per ora è solo questa la risposta dell’Ambasciata statunitense a Roma, che, contattata dalla Dire, ha confermato di star ricevendo tante lamentele per questa ragione ma di non poter rilasciare informazioni diverse da quelle sul sito. Quindi due dosi di vaccino o niente visto, a meno che non si rientri in una delle categorie speciali per cui è prevista un’eccezione: minori di 18 anni, viaggiatori che stanno partecipando a trial clinici per il Covid- 19, viaggiatori che per ragioni mediche non possono vaccinarsi o che viaggiano per motivi di emergenza o umanitari e infine chi viaggia da paesi con un tasso di vaccinazione inferiore al 10%.

Dagli Stati Uniti, quindi, nessuna deroga per i guariti e vaccinati con una sola dose. Ma, per chi è guarito e ha urgenza di raggiungere gli Usa, quali sarebbero i rischi di anticipare la seconda dose prima dell’intervallo di 3-4 settimane previsto? “Fino a prova contraria, non ci sono rischi per l’organismo, ma può diventare un richiamo inutile“, ha risposto alla Dire il dottor Paolo Meo, specialista in Malattie infettive e direttore del Cesmet-Clinica del viaggiatore. L’obiettivo dei richiami di un vaccino, ha spiegato l’infettivologo, è infatti quello di “rafforzare la risposta immunitaria e prolungarla nel tempo e per questo è bene seguire molto attentamente i dati e i protocolli forniti. Se non sto ai tempi- ha aggiunto- c’è il rischio che non riesca a mantenere il corretto andamento della risposta interna, sia cellulare sia anticorpale”. Per chi volesse, quindi, non ci sarebbero rischi per la salute ravvicinando le due dosi di vaccino, “sempre considerando che ogni organismo funziona e reagisce diversamente”, ha precisato Meo. (www.dire.it)

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