Revocata la licenza a 21 locali nella Capitale per motivi di ordine e sicurezza pubblica

ROMA – Attività commerciali utilizzate come base logistica per lo spaccio e la consumazione di sostanze stupefacenti o per lo sfruttamento della prostituzione. In altri casi, luoghi di ritrovo per affiliati ad associazioni a delinquere in rapporti con la criminalità organizzata. Si tratta, principalmente, di ristoranti, centri massaggi, tabaccai, affittacamere e minimarket.

E’ parte del panorama messo in luce dalle Forze dell’ordine dopo un’intensa attività info investigativa svolta nella Capitale dal 2021 ad oggi. Una linea di azione sviluppata dal prefetto Matteo Piantedosi che, sulla base di tali elementi, ha richiesto la revoca delle licenze per 21 locali per motivi di ordine e sicurezza pubblica e per la reiterazione di violazioni della normativa in materia di esercizi pubblici e di contenimento dell’emergenza epidemiologica Covid-19.

Tutti gli elementi informativi acquisiti dalle Forze di polizia, come ha affermato il prefetto Piantedosi nel corso dell’audizione alla Camera il 28 aprile scorso, «hanno dimostrato come le diverse organizzazioni mafiose continuano a considerare Roma come terminal privilegiato dello sviluppo delle proprie reti criminali». «La significativa densità demografica», ha continuato a spiegare, «garantisce una costante alimentazione del mercato di consumo e spaccio delle sostanze stupefacenti. La presenza dei più importanti hub del trasporto aereo e ferroviario con destinazioni anche intercontinentale assicura la possibilità di movimentazione di uomini e merci verso qualsiasi meta. L’elevata concentrazione di immigrati extracomunitari e di disoccupati offre un bacino di manovalanza a basso costo da impiegare nelle più diverse attività, anche illegali».

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