Le sette canzoni di Rocket House, l’artista Francesco Staccioli si racconta

LOS ANGELES – Si è affermato a Los Angeles Francesco Staccioli, un talento per la  musica che lo caratterizza sin da quando era piccolo. In questa intervista esclusiva svela sinteticamente e con estrema chiarezza quelle che sono le prospettive, i sogni, alcuni già realizzati, e quanti vorrà ancora raggiungerne. Questo il sunto:

D.La musica non ha confini, da giovane artista emergente ti sei trasferito a Los Angeles, quale sono le motivazioni di questa scelta? 

Tutto è iniziato nel 2018 quando, grazie ad una borsa di studio vinta ad Umbria Jazz, sono partito per gli States per studiare al Berklee College of Music a Boston.

Dopo essermi laureato, ho ricevuto delle offerte per lavorare con artisti e music agency a Los Angeles e da qui la decisione di trasferirmi.

Los Angeles è il centro mondiale dell’industria musicale, la scena è competitiva ma anche molto stimolante.

 

D.Francesco Staccioli da bambino, prospettive di vita, passioni, sogni? 

Ho iniziato a suonare la chitarra quando avevo 8 anni un po’ per gioco; tutti in famiglia suonano uno strumento per passione. La chitarra mi ha sempre affascinato ed ho sempre sognato di potere diventare un chitarrista, ma mai avrei pensato di innamorarmi così tanto di questo strumento e di riuscire a vivere di musica.

Ho iniziato a muovermi nella scena musicale italiana suonando con artisti come Jacopo “Jack” Meille (Tygers Of Pan Tang) all’ Hard Rock Cafè Firenze e alla Tuscany Hall.

Dopo anni di studi e sacrifici sono riuscito a realizzare un sogno e trasferirmi in America. In questi anni ho collaborato con artisti internazionali sia live che in studio, come Eva Sita, Ré Alissa, Tristan Simone e ABRAM.

D.Parlaci dei sette brani che compongono il tuo ultimo album Rocket House, sono legati da un filo conduttore? 

Rocket House è un collective di musicisti, creato da me e Riccardo Gresino nel 2018 a Boston. Abbiamo unito musicisti provenienti da tutto il mondo (Indonesia, Ghana, Colombia, Hong Kong) e in questi anni abbiamo avuto il piacere di suonare in festival come Salem Jazz&Soul Festival nel 2019.

Lo scorso marzo abbiamo rilasciato il nostro album “Rocket House”, che è anche il nome della band e rappresenta al meglio la nostra musica e ciò che siamo. La parola House è perfetta nel descrivere il rapporto che abbiamo con i musicisti ed allo stesso tempo con il pubblico durante le performances. Rocket invece rappresenta la passione che abbiamo per lo spazio e le avventure e spingersi oltre ai limiti.

Il filo conduttore di questo album è la continua attenzione alle melodie e gli arrangiamenti frizzanti e groovy.

Fanno parte di questo collettivo musicisti come Shaddy Oppong (drum), Aubrey Situmorang (bass) Rodrigo Martins (Mixing) e Leonardo Bertinelli (mastering).

 

D.Cosa è per te la musica Rock?

Sono cresciuto con la musica Rock! Mio babbo mi ha avvicinato a molti artisti e band rock come Led Zeppelin, Deep Purple, Jimi Hendrix, Eric Clapton, Santana, Genesis, per citarne alcuni. I riff e gli assoli di chitarra elettrica sono la cosa che mi affascinava di più.

Anche dopo anni di studi jazz e con un linguaggio musicale più ampio di quando ero un ragazzino, Rock a Blues sono le mie radici e fanno parte di me e del mio suono.

 

D. Quali sensazioni provi nel comporre musica?

Comporre musica è un processo gratificante ma anche complesso e penso che coinvolga uno spettro ampio di emozioni. A volte ti siedi e le idee fluiscono una dietro l’altra, altre volte hai il “blocco” come gli scrittori. Mi piace pensare alla composizione come un processo estemporaneo, che avviene sul momento.

Comporre per me è raccontare le tue emozioni in musica, che sia felicità, tristezza, amore o malinconia.

 

D. Quali prospettive hai a Los Angeles? 

Sicuramente continuare a crescere e lavorare. Suonare live, registrare in studio e comporre musica.

A giugno avrò il piacere di partecipare al NAMM 2022 – fiera mondiale della musica – come endorser per la compagnia di effetti per chitarra DOPHIX.

Ad ottobre suonerò al Paramount Theatre di New York con Eva Sita

 

 

The seven songs of Rocket House, the artist Francesco Staccioli tells himself

 

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