ROMA – Fu una tassa a lanciare la moda dei capelli corti. La introdusse il primo ministro inglese William Pitt nel 1795 e colpiva la farina che nobili e ricchi borghesi utilizzavano per rendere candide e profumate – e all’epoca non era un dettaglio indifferente – le loro sofisticate parrucche. Nel ‘700 rappresentavano una sorta di status symbol, soprattutto per i cortigiani che le sfoggiavano nei palazzi e nei giardini delle corti europee. Dunque, il balzello sulla farina produsse un diffuso malcontento a cui reagì in modo decisivo, per protesta, il duca di Bedford, che abbandonò la parrucca e inizio a pettinare i capelli con la riga laterale, utilizzando la cera per fissare l’acconciatura. La soluzione si dimostrò un successo, la cera era sicuramente più economica e rendeva i capelli belli e lucidi. L’alternativa di Bedford diventò “tendenza” non solo tra gli amici del duca e in Inghilterra, ma in tutta Europa. La moda era cambiata, le parrucche finirono dimenticate nei cassetti per far posto al taglio corto e fu inutile il tentativo del primo ministro di ridurre la tassa.