E’ nata in Argentina, ma le sue origini sono anche italiane. Parliamo della cantante, attrice e conduttrice
Daniela Bessia, conosciuta in Cina, dove ha vinto anche il premio come ‘Artista Straniero della televisione
Nazionale. Una vita vissuta nel mondo dell’arte a 360°, che ha sempre affascinato Daniela, che ora ha come
prossimo obiettivo quello di farsi conoscere in Italia e, perché no, partecipare al Festival di Sanremo.
Daniela, sei famosissima in Cina. Com’è sei arrivata a lavorare lì?
“Devi sapere che mia nonna è del Veneto. Subito dopo la guerra, si è trasferita in Argentina, a Buenos Aires,
dove siamo nate sia io, sia mia mamma. Sono dunque cresciuta là, dove ha cominciato a prendere forma la
mia carriera. Inizialmente, ho fatto la fotomodella. Anche se già da prima mi piaceva tutto ciò che era
artistico. Non a caso, ho frequentato un conservatorio di musica, proprio a Buenos Aires. In seguito, ho
preso parte anche a delle fiction. Finché non ha preso il via la mia collaborazione con un’agenzia cinese,
dove sono stata ingaggiata per cantare la loro musica tipica. In quel caso lì, mi aggrappavo molto alle loro
sonorità, visto che non parlavo bene la lingua (che poi ho studiato, proprio in Argentina). E il salto di qualità
si è verificato quando sono andata in Cina per partecipare ad un reality show di ‘nerd’ dove c’erano diversi
studenti, con l’ambizione di diventare artisti, che imparavano il cinese. Ed io sono stata la rappresentante
dell’Argentina, mandata dalla mia nazione come studentessa migliore”.
Immagino che questa esperienza ti abbia lasciato tanto, no?
“E’ stata un’esperienza bellissima, che consiglio a tutti quanti. Era la prima volta che uscivo dal mio paese;
parlavo soltanto lo spagnolo e un po’ di cinese. Mi sono trovata in Cina, con un sacco di telecamere e nel
miglior studio televisivo, visto che il programma veniva trasmesso dalla rete di Stato. Sono stata a Pechino,
Shangai e tante altre città. Ho amato tutto questo, che era inserito all’interno di un progetto portato avanti
dalla Cina, per promuovere la bellezza della diversità culturale ed incentivare gli altri Paesi a studiare la loro
lingua. Tuttavia, anche se dopo il reality sono tornata a Buenos Aires, mi sono resa conto di essermi
innamorata della Cina. E, tra me e me, ho pensato che dovessi assolutamente ritornarci”.
E così è stato, giusto?
“Assolutamente. Mi è stata offerta un’ulteriore borsa di studio per imparare ancora di più il cinese nel
pieno centro di Shangai. Ho così lasciato il conservatorio musicale, che era sempre stato il mio sogno, e
sono andata lì. La mia intenzione era però quella di tornare in Argentina dopo un anno, visto che avevo una
mia carriera artistica che non volevo lasciare. Ma non è successo niente di quello che credevo: come sono
andata nuovamente in Cina, c’è stato un crescendo di opportunità. Oltre a frequentare il corso di lingua
tutti i giorni, non ho potuto fare a meno di iscrivermi in tutti i corsi extra che avevano a che fare con l’arte:
dalla pittura ai balli cinesi. Ed ho preso parte anche a degli eventi legati al canto. Finché, all’interno di uno
stadio pieno zeppo di persone, ho cantato una mia canzone. E al termine dell’esibizione, il padre di uno
studente dell’università, che era anche il direttore del programma, mi ha chiesto se volessi andare a
Talento Chino. Inizialmente, ho risposto no perché credevo che dovessi partecipare come concorrente,
perché avevo paura di fare brutta figura, non conoscendo bene il cinese. Il giorno successivo, grazie alla
direttrice del corso che mi ha spiegato tutto in inglese, ho capito invece che mi stava invitando a Talento
Chino come ospite speciale per fare gli auguri a tutti i gareggianti. Ed allora, in quel caso, ho detto subito sì.
E nella premiere ho cantato con il vincitore dell’edizione precedente. Fatto sta che, successivamente a tutto
questo, mi hanno cominciato a chiamare in diversi programmi, come Avenue of the Stars, il Sanremo
Cinese, che ho fatto sia come giudice, sia come partecipante, ma anche come invitata”.
E da lì hai fatto un cooking show, sulla falsariga di Masterchef, un documentario e tantissimi altri
programmi, diventando una superstar in maniera inaspettata. E’ stato difficile gestire tutta questa
notorietà improvvisa?
“Sì, non è stato semplice. Proprio per tale ragione, ho deciso di venire in Italia, che sta in mezzo tra
l’Argentina e la Cina, dopo nove anni e mezzo trascorsi in territorio cinese. In primis per stare con mia
madre, che abita qui, e poi per prendermi un po’ di pausa dalla vita complicata di un’artista, con tantissimi
impegni e orari da incastrare. E tutto è coinciso con l’arrivo del Covid”.
Attualmente, a quali progetti ti stai dedicando?
“Sto sempre lavorando per fare uscire nuova musica. Di recente, è uscita una versione acustica del mio
brano Dime Que Sì, disponibile su tutte le piattaforme. E sto programmando il mio tour. Infine, sto
scrivendo due libri. Nel mondo dell’editoria, è la mia prima esperienza, ma il Covid ha fatto sì che avessi un
po’ di tempo per me, in maniera tale che sperimentassi anche su altri campi. Tra i miei obiettivi, non lo
nascondo, c’è quello di farmi conoscere anche in Italia. Non a caso, vorrei partecipare a Sanremo, che è un
altro dei miei sogni. Mi sto concentrando su diverse composizioni, per raccontare ciò che ho vissuto, ma
come sai l’artista è sempre severo con se stesso e, dunque, non sono ancora soddisfatta. Prima di
presentare qualcosa, devo essere sicura di quello che faccio”.
Per sviluppare le tue canzoni, ti sei ispirata a qualche cantante? Hai dei modelli di riferimento?
“In realtà no. Ovviamente, mi piacciono tanti artisti. Da ciascuno puoi sicuramente imparare. Suono il
piano, motivo per cui il primo passo che faccio è quello di comporre i brani attraverso lo stesso. Per me la
musica deve arrivare dal cielo, all’improvviso. Spesso la creo in mezz’ora, con le parole che arrivano pian
piano. Da giovane, le mie canzoni erano autobiografiche, soprattutto quando vivevo ancora a Buenos Aires.
Adesso no, dato che ho avuto modo di ascoltare anche le esperienze degli altri. Ritengo che sia importante
per un artista stare attento al mondo che lo circonda. E in ogni mio brano voglio che le persone abbiano
una sensazione di benessere, allegria e gioia. Anche per scacciare l’eventuale tristezza”.
E la tua passione per l’arte quando è cominciata?
“Mia madre, in Argentina, faceva la conduttrice e l’attrice, mentre mio padre adorava la musica e gli
piaceva fare il dj. Tuttavia, in casa sono stata io a portare avanti il mio lavoro a livello internazionale. Ed ho
fatto tutto da sola. Persino la produzione dei miei video musicali. Anche ora sto continuando a lavorare.
Grazie a Instagram, ad esempio, sto collaborando con diverse aziende, un po’ come un’influencer. Mentre
in Cina, dove mi hanno accolto con le braccia aperte dandomi la possibilità di crescere, non avevo
Facebook, Tik Tok e altri social simili. Lì c’era un sistema di lavoro completamente diverso. Vorrei tornare lì,
ma adesso viaggiare non è semplice: adesso sono in lockdown ed è difficoltoso”.
Se capitasse un’offerta qui in Italia, ti dedicheresti anche alla recitazione?
“Mi piace l’arte a 360°. Sia se parliamo di canto o di conduzione, sia si parliamo di documentari o film e
fiction come attrice. In Cina e Argentina ho fatto fiction. Grazie ai cinesi, ho conosciuto anche Roma, dato
che abbiamo girato lì. Se capitasse l’occasione giusta reciterei volentieri: sto cercando di imparare al meglio
l’italiano. Adoro lo spettacolo, l’intrattenimento, far sorridere la gente quando, magari, ha dei problemi”.
Che rapporti hai con i tuoi fan quando ti capita di essere riconosciuta?
“Adoro i fan. Capitava che, al termine dei miei concerti, mi trattenessi anche con loro per un’ora per
scattare una foto. Su Instagram, invece, cerco sempre di rispondere a chi mi fa delle domande. Pensa che in
Cina avevo anche dai fan che, col tempo, sono diventati miei amici”
Hai un sogno nel cassetto?
“Oltre a partecipare a Sanremo o fare una fiction qui in Italia? Beh, il mio sogno più grande è quello di fare
un concerto dove tutti cantano, indistintamente, le mie canzoni. Perché in Cina ovviamente, quando
cantavo in spagnolo o inglese e non in cinese, la gente aveva difficoltà a farlo”.