ROMA – “L’accordo sull’embargo del petrolio russo è stato un successo. Immaginare di essere uniti sul 90% dell’embargo, non sarebbe stato credibile qualche giorno fa”. Lo afferma il premier Mario Draghi, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio europeo che ha deciso il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. “Si è tenuto conto della situazione dell’Ungheria che non ha accesso sul mare – ricorda il presidente del Consiglio -, se si interrompe il petrolio russo occorre essere sicuri che possa approvvigionarsi da altre fonti, avranno quindi un’esenzione da questo obbligo per far sì che si attrezzino. Per noi l’embargo scatterà dalla fine dell’anno e siamo più o meno come gli altri”, spiega Draghi.
Nei lavori del Consiglio europeo straordinario “siamo stati accontentati”, sottolinea il premier. Nel testo finale “c’è un riferimento molto esplicito al tetto sul prezzo del gas e sul fatto che la Commissione ora ha ufficialmente avuto mandato per studiare la fattibilità del tetto sul prezzo del gas e anche su altre questioni”.
“ITALIA NON PENALIZZATA DA EMBARGO PETROLIO”
Draghi assicura che “l’Italia non è penalizzata dall’embargo sul petrolio russo, per noi l’embargo parte dalla fine dell’anno e siamo più o meno come gli altri. Il momento di massimo impatto per le sanzioni sarà da questa estate in poi. Il Governo sarà vicino alle famiglie più povere e alle imprese, sostenendo la loro competitività”. Il dato sull’inflazione, osserva Draghi, “è alto, ma resta basso se escludiamo energia e cibo. L’inflazione crea dei trasferimenti di ricchezza, e colpisce le famiglie più povere. Il Governo è già intervenuto con 30 miliardi per aiutare famiglie e imprese e continueremo a farlo“.
Il premier ammette: “Non illudiamoci, queste sanzioni dureranno molto, molto, molto a lungo“. Per questo, sottolinea Draghi, serve un’intesa tra tutte le parti sociali: “Questo è un processo di accordo complessivo in un momento difficile che va gestito tutti insieme: sindacati, imprese e Governo devono lavorare insieme, non c’è spazio per una parte sola che ignora altre due“.
SU SALVINI A MOSCA: “NOSTRA POSIZIONE NON CAMBIA”
“Il Governo è fermamente collocato nell’Unione europea e nel rapporto storico transatlantico. In questo binario si è sempre mosso. E continua a muoversi. Io sono stato chiarissimo su questo”. Così Draghi risponde a chi gli chiede se ritiene opportuno il viaggio di Salvini a Mosca e la cena con l’ambasciatore russo Razov. “Il Governo è allineato coi partner del G7 e dell’Ue e continua a farlo – precisa il premier – Questo è quanto, non si fa spostare da queste cose”. Draghi ricorda che quando è stato audito al Copasir, ha detto di non voler “entrare nei rapporti” che personalità politiche intrattengono con “persone di governo” straniere. “L’importante è che tali rapporti siano trasparenti“, ribadisce il presidente del Consiglio.
“FARE PRESTO SUL GRANO UCRAINO”
Sul tema del grano bloccato in Ucraina, dichiara Draghi, “l’importante è far presto, tra poco sarà pronto il nuovo raccolto e se i silos non saranno svuotati non ci sarà posto dove metterlo“. Per il premier “vincere la battaglia della sicurezza alimentare anche per l’Africa è importante e strategico. Molti Paesi africani non sono dalla parte dell’Occidente. Vorremmo portarli dalla parte nostra, ma se si perde la guerra sulla sicurezza alimentare non ci sarà mai nessuna speranza che questi Paesi vengano dalla nostra parte, perché si sentiranno traditi. Ci sono quindi le conseguenze umanitarie, che sono tragiche, e quelle strategiche che sono molto serie”, puntualizza il presidente del Consiglio da Bruxelles.
“IL COMMERCIO GLOBALE CAMBIERÀ, FORSE PER SEMPRE”
“Fino al Next Generation Eu non si era fatto niente a livello di solidarietà – ricorda Draghi – . Quello è stato un messaggio importante che costituisce un precedente fondamentale e impossibile da dimenticare. Prima veniva richiamata la stabilità ogni ora, minuto, secondo, ma la solidarietà non si vedeva. Ora le sanzioni dureranno molto a lungo e per forza di cose le linee commerciali verranno cambiate per moltissimi anni, se non per sempre. Questo sforzo di reindirizzamento non potrà non essere fatto quindi a livello europeo”.
“PAGHIAMO GAS IN EURO, POI GAZPROM CONVERTE IN RUBLI”
Sul tema del pagamento del gas russo in rubli, dopo la procedura avviata da Eni per aprire due conti in Gazprom Bank di cui uno nella valuta locale, Draghi chiarisce il meccanismo: “I russi hanno fatto condizioni di pagamento diverse, in alcuni casi hanno chiesto il pagamento in rubli pena la sospensione della fornitura. Nel nostro caso la fornitura si intende pagata quando viene fatto il pagamento in euro, poi convertiti in rubli sul mercato da un agente Gazprom, e non attraverso la Banca centrale russa. Eni ha specificato che ogni mese andrà in un tribunale tributario in Svezia a chiedere se questa forma di pagamento violi il contratto esistente. A differenza di tantissime società europee, Eni è stata molto trasparente” per quanto riguarda i pagamenti in rubli, sottolinea il premier dopo il Consiglio Ue a Bruxelles. (www.dire.it)