Auto a motore termico bandite nel 2035, la rivolta in Piemonte

Per il rettore del Politecnico di Torino quella dell'UE è "una scelta talebana di breve durata"

TORINO – Il bando alla vendita delle auto a motore termico entro il 2035 votato ieri dal Parlamento europeo non piace all’assessore piemontese all’Economia Andrea Tronzano, ma neanche a molti degli stakeholders torinesi e del Piemonte, terra storica del comparto automotive. Tra rappresentanti degli imprenditori e rettore del Politecnico, tutti la giudicano una scelta troppo vicina nel tempo.

UN COLPO DURISSIMO PER L’AUTOMOTIVE

Il primo a scagliarsi contro la scelta dei deputati europei è stato il presidente dell’Unione industriali di Torino, Guido Marsiaj, che ieri sera ha parlato di un “colpo durissimo” per l’automotive. Il tema è tornato fuori questa mattina durante la tavola rotonda sull’energia organizzata da Coesa energy per inaugurare la sua nuova sede torinese, nel quartiere di Cit Turin. “Abbiamo speso migliaia di miliardi negli ultimi vent’anni per avanzare sempre nelle tecnologie sul motore termico. Oggi l’Europa non può imporci questo tipo di limitazione. Non può, lo dico con nettezza”, ha protestato dal palco l’assessore al Bilancio della Regione Piemonte Andrea Tronzano, “dobbiamo arrivare, e lo dico agli industriali, a fare in modo che nel 2035, se ci sono dei carburanti che sono ecologici, il motore termico possa continuare ad esistere”.

SARACCO: SCELTA TALEBANA DELL’EUROPA

Ma a pronunciare le parole più dure sulle scelte europee è stato il rettore del Politecnico torinese Guido Saracco, che ha parlato di una scelta che “giudico sbagliata, ma l’Europa ha preso una scelta talebana sull’auto elettrica” che secondo il rettore forzerà una transizione soltanto momentanea, visto che sull’elettrico alla fine prevarrà l’idrogeno “perché è più sostenibile”. Idrogeno su cui ieri il Piemonte ha ricevuto il via libera dal Governo per la creazione di una hydrogen valley sabauda coi fondi del Pnrr.

Il bando europeo alle auto termiche è stato criticato anche dal presidente di Confindustria Marco Gay: “Non è un buon segnale quanto votato ieri sera in Europa. Tutti siamo consapevoli dell’importanza dell’ambiente e della decarbonizzazione, ma questo deve fare il passo necessario con l’economia reale”, una tesi simile a quella espressa nella tarda serata di ieri da Marsiaj. “Dobbiamo vedere come è possibile fronteggiarla”, ha dichiarato il presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina intervenendo sulla scelta che il Parlamento europeo “purtroppo” ha votato, ma tenendo viva la speranza in un ripensamento: “Non è definitiva”. (www.dire.it)

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