ROMA – Tra polemiche politiche, strappi e liti che sembrano essere relegate alla miglior finzione pur di restare in selle, arriva un nuovo stato di emergenza, un nuovo allarme: quello della siccità. Mai fu tanto fortunata una legislatura favorita da così tanti disastri in serie: covid, guerra ed ora siccità. Emergenza perpetua dunque e prosegue l’allarmismo ansiogeno di una politica che della staticità ha fatto il proprio baluardo. Un tempo il voltafaccia ai M5s di Di Maio avrebbe comportato una vera e propria insurrezione, invece ora non succede nulla. Si diventa ministri pentastellati, si chiude la porta e si resta ugualmente in sella. Merito delle emergenze in perpetua prorogatio, ai posteri l’ardua sentenza.