Metti una storia con sei personaggi tutti al femminile, aggiungi una figura maschile misteriosa e solitaria, intreccia le vicende con racconti di vita, di amori finiti o appena iniziati, e ecco un romanzo fresco e pungente, che farà riflettere fino all’ultima pagina.
Così è Lo sguardo oltre (Porto Seguro, 2022) di Chiara Maria Bergamaschi, un racconto intimista che narra l’amicizia di sei donne, ognuna con un diverso carattere e bagaglio di esperienze. Le vicende sono costruite ad arte dalla scrittrice sui frequenti incontri delle protagoniste intorno alle quali scorre una quotidianità a volte difficile da affrontare. Ognuna di loro ha un carattere ben definito che le metterà spesso in contrasto, ma nonostante le apparenti diversità di vita, estrazione sociale e culturale, hanno tutte un comune denominatore: vogliono intraprendere un cambiamento e ricominciare ad essere felici.
E proprio quando nella storia farà capolino la figura di Antonello, il lettore scoprirà che uomini e donne non sono poi così diversi di fronte agli eventi cruciali della vita, e che la voglia di rinascere può accomunare due mondi apparentemente così distanti.
Con uno stile fluido e brillante, il libro ci porta a riflettere, fra le altre cose, su cosa sia la vera amicizia e in che modo un amico possa aiutarci a fare i conti con noi stessi. Lo sguardo oltre ci insegna che talvolta il giudizio tagliente di chi ci vuol bene può trasformarsi in un consiglio sincero, e che un’incomprensione può essere un’imperdibile occasione per rimettere in discussione le proprie idee e se stessi.
Il finale inaspettato e originale mette chi legge di fronte alla consapevolezza che la vita è qui ed ora, e non la si può sprecare con rancori o inutili litigi. Il racconto vuole essere la spinta per una riflessione sulla varietà della natura umana e sulle infinite possibilità di evoluzione. La decisione e il cambiamento fanno parte di noi e proprio attraverso queste due parole possiamo essere i veri protagonisti della nostra esistenza e darle una svolta sotto il segno di una rinnovata prospettiva.
Lo sguardo oltre ha avuto un incredibile successo fra i lettori, tanto da richiedere una ristampa a solo un mese dalla sua prima pubblicazione. Abbiamo voluto intervistare l’autrice Chiara Maria Bergamaschi per conoscerla meglio e approfondire alcune curiosità del suo primo romanzo.
Buongiorno Chiara Maria e grazie per essere con noi oggi. Cominciamo dai personaggi del tuo libro, così ben caratterizzati e pieni di sfaccettature. Lo sguardo Oltre è un romanzo tutto al femminile, a quale delle protagoniste ti senti più affine?
“Sono due: Luciana poiché anch’io sono rimasta vedova a causa di un omicidio stradale; Giorgia con la quale condivido il senso di amore, sostegno e protezione nei confronti del compagno di vita”.
Come organizzi il tuo lavoro di scrittura? Hai delle abitudini irrinunciabili?
“Adoro scrivere in solitudine e l’ho sempre fatto, sono una grafomane per cui uso carta e penna: quando mi viene un’idea ho bisogno di cristallizzarla e trasferisco solo in seguito l’elaborazione dei pensieri sul pc”.
Tra le pagine del tuo libro le sei amiche si confrontano, esaminando e talvolta criticando scelte e idee l’una dell’altra. Trovo che questo sia un pregio dell’amicizia sincera, incoraggia a mettersi in discussione e migliorarsi. Quale idea di amicizia ci suggerisce il tuo romanzo?
“L’idea che l’amicizia dovrebbe essere rispettosa delle esigenze altrui ma anche vera: quindi il confronto diventa necessario ed è buono se è costruttivo. Trovo insulso considerare amiche delle persone con cui non è possibile essere noi stessi”.
Sei stata capace di narrare con un linguaggio preciso e diretto le difficoltà che l’amore, o la sua fine, porta con sé. Non c’è una ricetta perfetta per le relazioni e ognuno ha la sua storia. Cosa ci insegnano i tuoi personaggi a riguardo?
“Credo che il racconto possa dare la visione delle svariate difficoltà che ciascuno incontra. Questo dovrebbe farci riflettere su ciò che succede intorno a noi poiché troppo spesso ci convinciamo di alcuni fatti senza conoscere veramente le varie sfaccettature di una storia. Penso inoltre che l’insegnamento principale sia quello di non essere mai giudicanti poiché è raro avere contezza di un fatto al punto da poter giudicare serenamente il fatto in sé: troppo spesso confondiamo l’apparenza con il fatto stesso e così si rischia di divenire superficiali con i sentimenti altrui”.
Ti soffermi lungamente sulle vicende di Antonello, unico personaggio maschile. Perché hai inserito questa figura in un racconto di sole donne e quale è il suo ruolo nell’intreccio della storia?
“L’unico protagonista maschile “racconta” la sua storia con una visione maschile e mai maschilista, una storia di sofferenza e solitudine ma soprattutto tanta voglia di evoluzione e rinascita. La sua profonda umanità lo mette a contatto in maniera positiva con i personaggi femminili con cui ha in comune anche alcune problematiche ma anche la speranza di un nuovo inizio. Mi piace pensare al genere umano non solo alla differenziazione tra generi poiché essendoci indubbiamente una differenza a me piace cercare soprattutto ciò che unisce. Credo che ciascun essere umano abbia una sua storia che valga la pena di raccontare, emozioni da condividere, indipendentemente dal sesso”.
Il finale del tuo libro, tra le altre cose, sottolinea l’importanza di vivere dando il meglio di sé, sprona a superare le amarezze e le incomprensioni per vivere il presente nel migliore dei modi. Cosa hai voluto trasmettere con la storia che hai raccontato?
“Mi piace pensare che ciascuno possa scegliere la propria strada in qualunque momento della propria vita: qualsiasi avvenimento ci capiti abbiamo sempre la facoltà di scegliere quale strada intraprendere”.
Hai ricevuto moltissimi apprezzamenti per il tuo libro, tra l’altro alla sua seconda ristampa: come ci si sente? Pensi di fare felici i tuoi lettori con dei nuovi scritti?
“È stata una grande sorpresa e gioia diventare una scrittrice pubblicata a cinquant’anni: questa è l’ennesima dimostrazione che non bisogna mai arrendersi e che abbiamo il dovere di credere nei nostri sogni! Scoprire poi che il libro piace al punto da farne una ristampa dopo un mese dalla pubblicazione è davvero una bella e inattesa emozione! Sono felice principalmente perché significa che il messaggio di amore e speranza sta passando attraverso le pagine, e questa è un’enorme soddisfazione per me. Mi stanno anche chiedendo un seguito a questa storia o un nuovo libro: sono più di venticinque anni che scrivo e non smetterò certamente ora. La nuova storia è piuttosto diversa ma parlerà comunque di emozioni e speranza: credo che non dovremmo mai smettere di lavorare per un futuro migliore”.