Gesta eroiche e battaglie cruente: L’anima del Guerriero, il romanzo d’esordio di Marco Stambazzi

"Uno scritto storico che si dipana in uno dei periodi più turbolenti della storia medioevale in cui invasioni, carestie, pestilenze, ipocrisia religiosa creano l'humus per la nascita dell'Europa che conosciamo".

Il Conte Thoran Tyrkensson Lo Scaltro ha conosciuto il campo di battaglia e l’odore del sangue, e mentre fa ritorno nelle sue terre lo scenario che si manifesta ai suoi occhi è fatto di morte e distruzione. Al comando di una terribile e folta schiera di guerrieri, Thoran ramingo senza terra decide di vendicare l’assassinio brutale di suo padre Tyrken Ingvarsson Il Sanguinario, della sua famiglia e del suo villaggio fatto a pezzi in sua assenza.

L’anima del Guerriero (EBS Print, 2022) di Marco Stambazzi è un romanzo storico ambientato nell’Europa tra ottavo e nono secolo d.C, in uno dei periodi più vorticosi del Medioevo, quando fra combattimenti cruenti nascono i regni che saranno fondamentali nei secoli successivi come l’Inghilterra, il Ducato dei Rus’ di Kiev e il ducato di Normandia.

Con questo romanzo si entra in uno scenario norreno dai tratti epici, in una dimensione in cui il potere era ancora rappresentato dal timore che poteva incutere un nome: un mondo che torna incredibilmente ad animarsi a colpi di spade, sangue e onore. Un libro in cui si scava nei rapporti conflittuali, o di profonda lealtà, fra popolazioni e combattenti, e gremito di personaggi carismatici ognuno con un passato spesso tormentato, che l’autore ha saputo narrare attraverso conversaszioni e flashback scritti con raffinatezza.

Si resta piacevolmente affascinati dalle fedeli ambientazioni e dalla padronanza di linguaggio usati nelle descrizioni degli accampamenti militari, delle armi da guerra, degli abiti dei soldati ma anche dei dialoghi credibili e commoventi. Molto interessante, a questo proposito, è il glossario finale che riporta i significati delle parole incontrate nel libro: una vera chicca per gli amanti della storia.

Insomma, anche i non appassionati del romanzo storico possono restare sorpresi e trovare ne L’anima del Guerriero un genere narrativo che sa emozionare e incuriosire pagina dopo pagina. Un libro permeato da tematiche senza tempo che si intrecciano ad arte fra loro, come la guerra, l’amicizia, l’amore, la vendetta e il passato che, sfiorando come una lama, ricorda ai protagonisti chi sono e dove vanno, ma soprattutto li porta a fare i conti con se stessi, le proprie contraddizioni e paure. Perché in fondo abbiamo sempre a che fare con esseri umani, che oltre il tempo e lo spazio, sono pervasi ognuno a suo modo da timori, emozioni, cicatrici.

Oggi conosciamo lo scrittore Marco Stambazzi e scopriamo in sua compagnia alcune curiosità del libro e della sua attività di scrittura.

Ciao Marco e grazie per essere qui con noi. La prima cosa che mi piacerebbe chiederti è come ti sei appassionato al romanzo storico.

“Fin da ragazzino a scuola imparare la storia mi veniva facile, col tempo crescendo ho coltivato la mia passione perché noi siamo frutto degli eventi storici che ci hanno caratterizzato. Scegliere il romanzo storico mi è venuto naturale perché è un genere nel quale durante la lettura riesco ad immedesimarmi nella narrazione come se vivessi la storia personalmente”

Quanto di te metti nelle tue opere?

“Anche se per la parte storica ho fatto molte ricerche io scrivo di getto senza creare nulla in precedenza, i personaggi nascono nella mente fluendo riga dopo riga sul foglio, come i paesaggi che fanno da sfondo ai diversi eventi. Penso che la scelta di alcuni personaggi e avvenimenti sia legata all’interiorizzazione delle emozioni vissute durante alcuni accadimenti della mia infanzia e delle mie esperienze personali.

Credo che vi sia molto di me nel libro e penso che sarà facile per chi leggerà rispecchiassi nelle emozioni di ciò vivrà pagina dopo pagina”.

Come sei riuscito a ricreare il linguaggio e il contesto di un’epoca storica?

“Leggere, leggere e leggere, ed approfondire con passione, questo è il segreto per provare a ricreare nel modo più verosimile l’epoca in cui si sviluppa la storia del libro. Nello scrivere sento mia ogni pagina, la vivo di persona come ne fossi parte integrante. Ho letto molti romanzi sia di grandi scrittori e di autori meno conosciuti e non solo di genere storico, da cui ho cercato di carpire il modo di narrare che più mi rappresentava, potendo così esprimermi in un modo tutto mio. Non dimentichiamo la filmografia storica che offre importanti spunti, soprattutto quando è ben curata e storicamente coerente”.

A tuo parere, quale dei tuoi protagonisti è amato sin da subito dal lettore e quale invece no, e perché?

“Personalmente credo che fin dall’inizio i personaggi che possano attrarre di più il lettore, tenendo sempre conto delle diversità di ognuno di noi, possano essere Erik e Harald. Sono due figure profondamente differenti tra di loro, figli di culture sorelle ma diverse, che hanno lasciato un’impronta importante nel loro carattere. Penso che il loro carisma, a seconda di come viene vissuto, possa attrarre o respingere inizialmente.

Gunter è quello che per il suo modo di fare e reagire agli eventi che si evolvono nella storia, potrebbe apparire meno simpatico, il suo esser un po’ irruento ed a volte infantile può dare l’impressione di uno scapestrato. Sarebbe bello come già diversi hanno fatto che fossero i lettori a dirmi che personaggio preferiscono, magari attraverso i social: @scrittorepercasomarcostambazzi”.

Quanto tempo ha richiesto la stesura del romanzo dal punto di vista dei contenuti e delle dimensioni del testo? 

“Le dimensioni del libro non hanno mai avuto importanza, non avevo mai pensato a quanto dovesse esser più o meno lungo, ti posso assicurare che ad un certo punto mi sono accorto che forse era troppo lungo… ma non sveliamo troppo… all’inizio non pensavo che sarebbe diventato un romanzo ho scritto un paio di capitoli a distanza di un po’ di tempo e poi mi sono accorto rileggendoli che avevo voglia di continuare questa storia. Le ricerche sono state una parte importante per la stesura del libro hanno richiesto molto tempo trascorso in biblioteca e davanti al PC confrontando le informazioni tra documenti italiani e stranieri tradotti”.

Quale colonna sonora sceglieresti per il tuo libro?

“Ascolto spesso la musica quando scrivo, lo faccio perché apre dei canali interiori che fanno fluire meglio le emozioni e stimolano la mia fantasia. Ci sono diversi brani che consiglierei per vivere meglio il libro, tra questi sicuramente alcuni dei Wardruna gruppo norvegese che forse conoscerai per aver fatto la colonna sonora di Vikigns; anche brani di Eivør Pálsdóttir, cantante faroese, l’autrice della colonna sonora della serie The Last Kingdom. Sicuramente i molto conosciuti brani dei Faun gruppo tedesco ed i Garmarna gruppo svedese, oltre dei Sowulo. A proposito ti allego il link del neonato canale dedicato al libro e alla cultura Norrena:

https://youtube.com/@marcostambazzi9538

Tre buoni motivi per leggere la tua storia

“Sicuramente consigliato a chi ama avventurarsi in nuove storie dove non mancano amori e intense battaglie e profonde amicizie.

Per scoprire terre lontane in altre epoche e vivere la quotidianità dei personaggi. Perché è facile lasciarsi trasportare dalla narrazione e dalle descrizioni pagina dopo pagina. Consiglio anche di andare a vedere recensioni e commenti che mi sono stati lasciati su Instagram e sulla pagina di Amazon https://www.instagram.com/scrittorepercasomarcostambazzi/

https://amzn.to/3JyglWP

Il finale apre alla possibilità di un secondo volume. Hai progetti a riguardo?

“Come ti ho accennato prima il romanzo era nel suo complesso molto lungo quindi ti risponderò cosi: le polene delle navi dello Jarl Thoran solcheranno ancora i mari del nord, nelle taverne e nelle grandi aule dei villaggi, come nelle corti dei Re, riecheggeranno ancora le voci dei Bardi che cantano le avventure dello Jarl Thoran Tyrkensson Lo Scaltro”.

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