Il Dies Natalis Solis Invicti, il 25 dicembre tra cultura storia e luce

L’avvento della Luce del Mondo, che giunge a squarciare le Tenebre. È il Bambino, che venendo al mondo, inaugura una nuova vita, e porta la Luce a tutti gli uomini. Dal Dies Natalis Sol Invicti. 

 

EDITORIALE – Le festività caratterizzano questo  periodo dell’anno con una particolare atmosfera che pervade l’uomo del terzo millennio avanzato. In questo anno 2022, la ricerca della luce è ancora più intensa perchè si torna a celebrare in convivialità quella che comunque deve essere una festa interiore.

In questo periodo comunque si riscontra sempre una maggiore predisposizione al sorriso, alla convivialità, al saluto reciproco. All’essere gentili. Una sequenza di giorni che sembrano distaccarci da una realtà concitata ed affannata e che sembra volerci riporre in un nuovo alveo. Se adottassimo la disponibilità verso il prossimo ogni giorno dell’anno come in questo periodo l’umanità riscontrerebbe sicuramente minor sofferenza. La natività, la mezzanotte in punto, il Dies Natalis Solis Invicti.  Ma cerchiamo di approfondire nella storia le origini della Natività e della sua data: il 25 dicembre.

La prima menzione certa della Natività di Cristo con questa data risale nel lontanissimo 336, e la si riscontra nel Chronographus, redatto dal letterato romano Furio Dionisio Filocalo. Tutto ciò conferma che le origini storiche del Natale, pur essendo ancora avvolte dalle nebbie del passato,  certamente hanno origini precristiane. La data del 25 è, in realtà, puramente simbolica: non si conosce la data esatta della nascita di Gesù, i Vangeli non ne fanno menzione specifica.  Ricerche storiche evidenziano come  la data venne fissata nel 440 d.C. al 25 dicembre per sostituire la festa del Natalis Solis Invicti con la celebrazione della nascita di Cristo, indicato nel Libro di Malachia come nuovo “sole di Giustizia”  E secondo tale ipotesi, il Natale costituirebbe dunque il più eclatante caso di cristianizzazione della preesistente festa pagana.

La data coincide infatti con le antiche celebrazioni per il solstizio d’inverno e alle feste dei saturnali romani (dal 17 al 23 dicembre). Inoltre, già nel calendario romano il termine Natalis veniva utilizzato per molte festività, come il Natalis Romae (21 aprile), che commemorava la nascita dell’Urbe e il Dies Natalis Solis Invicti, la festa dedicata alla nascita del Sole  introdotta a Roma dall’Imperatore Eliogabalo che ebbe a regnare dal  218 al 222 e ufficializzato per la prima volta da Aureliano nel 274 d.C.  per l’appunto con la data del 25 dicembre.

La festa pagana del solstizio d’inverno era una ricorrenza importante per molti popoli, tra cui certamente gli antichi romani, che in quel giorno celebravano la festa del dio Sole. Durante queste feste  dal 17 al 21 di dicembre (“I Saturnali”) e la festa vera e propria del Sol Invictus del 25, si era soliti utilizzare i simboli dell’eterna giovinezza di Dioniso: mirto, lauro, edera.  Il greco Dioniso veniva considerato come il divino bambino nato in maniera miracolosa da una vergine celeste. Dioniso era stato latinizzato col nome di Mithra di cui in oriente si celebrava la festa la sera del 24 dicembre. Era il dio iraniano dei misteri, il dio solare dell’amicizia e dell’ordine cosmico, nato dalla pietra eportatore della nuova luce “Genitor luminis”.

Verosimilmente dunque, viste le numerose coincidenze riscontrabili, può darsi che la chiesa cristiana abbia scelto la data del 25 dicembre come giorno di nascita del Cristo specificamente per cristianizzare una festa pagana molto sentita dalle masse popolari. L’imperatore Costantino (280-337) avrebbe così riunito il culto del sole  e il culto del dio Mithra con il cristianesimo, ed è proprio sotto il suo regno che appare la festa del Natale. Da Roma il Natale si diffonde in Africa, in Spagna e nel Nord Italia, ma è solo sotto l’imperatore Giustiniano (527- 565 d.C.) che il Natale viene riconosciuto come festa legale per l’Occidente.

A tale tradizione quindi la celebrazione del Natale ha voluto collegarsi per indicare l’avvento della Luce del Mondo, che giunge a squarciare le Tenebre. È il Bambino, che venendo al mondo, inaugura una nuova vita, e porta la Luce a tutti gli uomini. Questa è la storia del Natale che, condizionata negli anni successivi da numerose leggende, ha fatto quasi perdere di vista il “vero” significato del Natale, come “giorno della nascita”. Natale vuol dire “nativo, di nascita”. E’ il giorno della Rinascita, ma chi rinasce a fine dicembre? Il Sole. Siamo di fronte infatti ad una festa antichissima, una festa che non ha tempo, esiste da sempre. Le antiche popolazioni il 25 dicembre festeggiavano la rinascita del Padre Solare, il Grande Dio che dopo lo stallo del solstizio (Sol stat) vince le tenebre, le giornate tornano ad allungarsi, il Male è sconfitto (Sol Invictus = colui è che non è sconfitto), ed è a questo significato che va a sovrapporsi quello cristiano.

Il Dies Natalis Solis Invicti sia occasione per riflettere, distaccarsi dalla routine e cercare di trovare la luce dentro se stessi, per poi brillare ogni giorno per il bene dell’umanità.

Ogni bene a tutti!

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