Flash book: “Il lago di luce” di Domenico Corna

Durante un volo con il fratello, Elena vede in riva a un lago di montagna una bambina, a cui si sente inaspettatamente legata: sembra però essere solo una visione. Spinta da una profonda determinazione e curiosità per il mistico, si dirige proprio in quel luogo, per trovare una risposta ai suoi dubbi. La comunità che abita nei dintorni la accoglie e poi la convince a trascorrere una notte solitaria sulla riva del lago in attesa di un segno che possa farle capire la verità sul suo istintivo legame con quella bambina. Lei, accettando, mette a repentaglio la propria stabilità mentale, le proprie certezze. Si vedrà quindi costretta ad affrontare un percorso ancora più complicato ed emotivamente delicato, dove incontrerà molti personaggi che la guideranno lungo il suo cammino. Cosa scoprirà Elena riguardo al suo destino che sembra costantemente avvolto da una nube di mistero?

Il periodo artistico di Domenico Corna inizia da giovane con la passione per la musica. Cantautore prima e fondatore poi di Radio Escondida, voce universale di Bergamo. Si dedica a trasmissioni sulla musica d’autore italiana, country americana e canadese, di cui è esperto conoscitore. Ha collaborato con alcune testate online, scrivendo articoli riguardanti la tecnologia digitale.

Scrittore dal 1995, la sua anima letteraria si esprime nel romanzo condito da elementi fantasy e favolistici, e nella poesia. Per la Robin Edizioni ha già pubblicato Nuvole al tramonto (2021), la sua prima favola per adulti.

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Un estratto dal romanzo Il lago di luce

La bambina volse gli occhi verso l’aereo e quando Elena incontrò il suo sguardo si sentì investita da una strana sensazione, un invito a correre da lei. Il rumo redel motore all’improvviso scomparve lasciando il posto al fruscìo del vento tra gli alberi e tra i capelli. L’aereo sul quale, un istante prima, stava volando, era lontano, vicino alle prime nuvole. La sua immagine riflessa le rivelò anche un’altra anomalia: aveva il corpo da bambina, le mani piccole, i piedini e una spanna e  mezzo di gambe.

Mise le mani sul volto emettendo un urlo che riecheggiò lungo l’intera valle, per un solo attimo, prima di sentire di nuovo il rumore dell’aereo e l’odore dello scarico dentro l’abitacolo. Alessandro la stava guardando spaventato.
«Elena che cosa ti sta succedendo?»

«Ma dove sono?» chiese lei, terrorizzata, guardandosi attorno freneticamente, controllando ogni parte
del suo corpo, dai capelli fino ai piedi.

«Dove pensi di trovarti? Mi stai spaventando.»

«Io me ne stavo laggiù su quella spiaggia» rispose Elena con gli occhi stralunati.

«Ma che cosa stai dicendo? Sei sempre stata qui, non potresti neanche muoverti.»

«Lo so ma un attimo fa io mi trovavo laggiù, seduta sulla sabbia di quella spiaggia.»

«Non è possibile» obbiettò Alessandro riprendendo i comandi dell’aereo.

«E non è tutto» aggiunse Elena guardando il lago. «È difficile da immaginare ma quando ho chiuso gli occhi mi sono trovata laggiù sulla spiaggia nelle sembianze di una bambina. Potevo sentire l’aereo allontanarsi, come se quassù ci fosse un’altra persona al mio posto. Quella spiaggia invece sembrava casa mia, insieme con il bosco, il lago e il vento. È durato un solo attimo prima di spaventarmi e urlare dalla paura. In questo modo mi sono ritrovata di nuovo quassù sull’aereo.» Alessandro non capiva, non sapeva come comportarsi.
«Lo so, stai pensando sia impazzita ma, credimi, non è così.» Stese di nuovo il braccio verso la spiaggia. «Io ero laggiù, non mi sono sognata niente, non è stata pura immaginazione.»

 

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