ROMA – Rivedere il DM 70, prevedendo all’interno dei presidi ospedalieri unità operative complesse di oculistica; garantire l’acquisto di nuove apparecchiature tecnologicamente avanzate per interventi alla cataratta; necessità di una migliore presa in carico del paziente con maculopatia al fine di ottenere un risparmio di risorse. Sono queste, in sintesi, le tre richieste contenute in una lettera inviata al ministro della Salute, Orazio Schillaci, dagli oculisti di AIMO, l’associazione che riunisce circa 1.700 iscritti tra oculisti e medici specializzandi in oculistica che esercitano la professione in Italia. “Ci preme focalizzare l’attenzione su tre punti a nostro parere importanti”, si legge nel testo a firma della presidente dell’Associazione, la dottoressa Alessandra Balestrazzi, e del referente per i rapporti con le istituzioni di AIMO, il dottor Luca Menabuoni.
Primo punto, dunque, la revisione del DM 70: “Le malattie oculari colpiscono frequentemente le persone anziane, quindi la maggioranza dei pazienti oftalmologici presenta delle comorbilità (come diabete, ipertensione, cardiopatie, demenza senile ecc.) ed è richiesto in molte occasioni il supporto di più specialisti nei percorsi diagnostico terapeutici”. Per questo gli oculisti di AIMO ritengono che i presidi ospedalieri di I livello, anche per il bacino d’utenza previsto e per la presenza delle altre specialità, debbano “prevedere al loro interno anche una UOC o almeno una UOSD di oculistica per poter rispondere ai bisogni di salute visiva della popolazione e per le possibili necessità del pronto soccorso e/o dei vari altri reparti (in particolare neurologia, medicina interna e pediatria”. (www.dire.it)